Il titolo lo ha preso da Walt Withman, On the Beach at Night Alone è il nuovo film di Hong Sang-soo, il regista coreano più nouvelle vague che sarà in concorso alla prossima Berlinale. Nella manciata di film annunciati ieri dal festival, tra i primi appuntamenti cinematografici importanti della stagione – lo precedono il Sundance di Redford in America da cui spesso le diverse sezioni della Berlinale prendono molti titoli, e il festival di Rotterdam che però da qualche anno ha mutato il suo potenziale di ricerca in un contenitore di mercato nazionale – troviamo in gara anche Thomas Arslan, tedesco, di quella generazione nuova di cineasti apparsa negli anni Novanta, che aveva presentato sempre alla Berlinale (2013) Gold, rivisitazione dell’epopea della corsa all’oro in America. Helle Nächte, coproduzione con la Norvegia, racconta il rapporto tra un padre e un figlio.

 

 

Ma a calamitare l’attenzione social e media sono soprattutto il sequel di Trainspotting sempre diretto da Danny Boyle e con Ewan McGregor, dal primo sembrano passati centinaia di anni, cult degli anni Novanta ( era del 1996) ispirato a un altro evento del decennio, il romanzo omonimo di Irvin Welsh che con una certa spudoratezza il regista inglese all’opera seconda dopo l’applaudito esordio di Piccoli omicidi tra amici, aveva portato su grande schermo. Un gruppo di ragazzi stonati, droga, liti, casini, dolore, voglia di fuga per ricominciare: colonna sonora che mischiava il sound dei rave a quello di Lou Reed Perfect Day. Fa un po’ paura questo ritorno – sempre da un romanzo di Welsh, Porno.

 

 

 

 

E, naturalmente, Logan di James Mangold, già segnalato (anche su queste pagine) come uno dei film più attesi del 2017, adattamento del graphic novel di Mark Millar, Vecchio Logan, con protagonista un Wolverine anziano. Decimo film sugli X-Men sembra anche essere l’ultimo per Hugh Jackman – «Sono stato attento a non lasciare la festa con la sensazione di poter ballare ancora. Penso di avere ballato abbastanza» ha dichiarato l’attore a Variety. Si vedrà. Entrambi sono fuori concorso come El Bar, di Alex de la Iglesia in cui l’immaginifico regista spagnolo intrappola un gruppo di persone in un bar.

 

 

In gara invece Joaquim di Marcelo Gomes, un film che il regista brasiliano ha definito «tra cronaca e narrazione», ispirato alla vita di Joaquim José da Silva Xavier, «o Tiradentes» (era dentista), che guidò la rivolta contro la dominazione portoghese per l’indipendenza nel Brasile nel 1789, impiccato e esposto squartato come monito dai portoghesi. Return to Montauk è invece il nuovo film di Volker Schlöndorff, protagonista la star d’autore tedesca Nina Hoss, è un omaggio a Max Frisch interpretato da Stellan Skarsgard. In corsa per l’Orso d’oro ci sono poi il nuovo film di Gurinder Chadha (Sognando Beckham) Viceroy’s House, e Wilde Maus opera prima di Josef Hader (Austria) anche tra gli interpreti.