Ha un titolo sofferente come sofferto è il passaggio che affronta oggi a Firenze l’ultima enclave dei montiani senza Monti e senza molti altri persi per strada, dopo un’infilata di risultati deludenti, dall’8,3 per cento del fatidico 2013 allo 0,7 del definitivo 2014 (le europee): «La nostra scelta civica, nel solco di Scelta Civica». Una giornata di autocoscienza in cui il ’reggente’ Renato Balduzzi, ex collaboratore di Rosy Bindi ed ministro della sanità di Monti che ha raccolto lo sfascio ereditato dalla segretaria Stefania Giannini,passerà le redini a un volenteroso, con ogni probabilità un altro graduato, il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti.

Brutto momento per rilanciarsi. I montiani senza Monti vincono a mani basse la sfida, per così dire, dell’egemonia culturale: il programma di Renzi non potrebbe dar loro più soddisfazioni. In questi giorni Pietro Ichino esulta per la cancellazione dell’art.18, che non era riuscita neanche quando il professore in loden era a Palazzo Chigi. E allora perché non passare direttamente nel partitone di Renzi, come qualche giorno fa la ministra Giannini, fra realismo e faccia di bronzo, ha proposto: Scelta civica, ha detto, «ha visto esaurita la sua missione in questa fase», cioè la spinta propulsiva, e visto che non c’è «uno spazio politico in autonomia» ora deve capire «qual’è il campo di gioco in cui un riformismo strutturale come quello di Scelta civica trova una sua collocazione». Tradotto: amici, entriamo nel Pd. Mettendosi in fila, si capisce, dietro molti ex amici, a partire da Andrea Romano che dal gruppo misto già da un po’ bussa alla porta del Nazareno.

Porta che non tarderà ad aprirsi. Entro l’anno il segretario democratico vuole concludere l’operazione di annessione dei partitini e simili che girano intorno al Pd con orbite inconcludenti. Un’operazione che prevede la raccolta e l’ingresso da destra e da sinistra da Sel a Scelta Civica. L’Italicum, che non prevede alleati al di sotto del 4,5 per cento, una volta approvato avrà un potere persuasivo definitivo. Compiendo così la trasformazione di quello che fu il partito democratico.

Oggi all’assemblea nazionale di Firenze i testardi della Scelta Civica 2.0 proveranno a darsi una ripartenza. Il professore di diritto costituzionale Tino Balduzzi lascia il posto da traghettatore e va al Csm, dov’è stato eletto e dove rischia persino di fare il vicepresidente, data la scarsità di curriculum dei suoi colleghi di provenienza parlamentare. I nuovi organismi dirigenti saranno nominati entro ottobre. Ma le sirene renziane sono fortissime, e nelle prossime settimane non si escludono nuovi abbandoni. Quanto alla ministra Giannini, impegnata in una riforma della scuola che già fa scaldare le proteste nelle aule scolastiche, mentre si raffreddano i suoi rapporti con Renzi, non è escluso che oggi qualcuno ne chieda le dimissioni. Se considera esaurito il ruolo del suo partito, non si capisce a nome di chi sta al governo.