Un disco forte che suona come una rivendicazione d’essere, è l’ultimo lavoro della rapper Mc Nill, Femminill (Mandibola Records). Dopo essere arrivata in finale all’MtvSpit, si ripresenta al pubblico con un lavoro centrato sui diritti della donna e degli Lgbt. E in questo disco in particolare, si concentra sull’essere donna e al contempo rapper. Viene da chiedersi se l’impronta decisamente «machista» di una certa scena Usa, influisca anche in Italia: «Negli Stati uniti è ancora molto forte l’immaginario maschilista, certo, ma è anche vero che le donne hanno più spazio. Nella scena hip hop Usa convivono artiste come Nicki Minaj, Angel Haze, Missy Elliott e tante altre, si dà quindi la possibilità e lo spazio per diverse rappresentazioni dell’essere donna. Questo accade perché nel nostro paese non si è mai fatto nessun sforzo per educare la gente sui temi della diversità, di conseguenza gli stereotipi sulla donna hanno avuto la possibilità di affondare ancora di più le radici».
Mc Nill è cresciuta in Umbria, dove deve essere complicato trovare un’identità nell’hip hop: «La prima difficoltà, quando abitavo in provincia, stava nel reperire i dischi e le informazioni su jam. Giravo e quando trovavo una persona col New Era (il cappellino dei rapper, ndr) o con i baggy jeans pensavo ’ok, anche lei/lui ascolta hip hop’, ci riconoscevamo attraverso il vestiario e si faceva amicizia parlando di musica. Sicuramente la maggiore difficoltà stava nel trovare qualcuno con cui confrontarsi nella pratica, altri mc, altri produttori».

Un disco musicalmente parlato legato agli stereotipi del genere ma allo stesso introspettivo, un hip hop di maniera ma che comunica anche con basi pop: «Alcuni brani sono completamente diversi tra di loro, per sonorità e svolgimento, è vario come lo è un essere umano. Il messaggio che sta alla base è la bellezza di essere se stessi. Ognuno è costretto a vivere combattendo tra ciò che è e ciò che gli altri vorrebbero che sia, quindi questo disco non è relegato solamente alla scena hip hop e, nel momento in cui viene apprezzato anche al di fuori di essa, posso solo che esserne felice». Fondamentale è anche il concetto di femminilità, come Mc Nill racconta in Scattane una, in cui i social permettono una sovraesposizione superficiale: «La femminilità è un concetto talmente complesso, a mio parere, che relegarlo solo a una serie di comportamenti o a un modo di apparire agli altri, mi sembra una leggerezza. Credo che ognuno debba poter vivere la propria femminilità come vuole, lo stesso vale per la mascolinità. È un concetto così intimo che non si può trovare una definizione o una descrizione esatta».

In Xena si parla anche di omosessualità: «la diversità ha bisogno anche di eroine come Xena, per dare l’esempio». All’apparenza la situazione italiana è migliorata con le unioni civili: «Questa legge sulle unioni civili sarebbe stata un reale passo in avanti se fosse stata approvata quindici anni fa, ora no. Una legge che non prende neanche in considerazione le famiglie arcobaleno e il bisogno di tutelare i loro bambini, non può essere ritenuta una buona legge. Vogliamo dire che è un passettino piccolo? Diciamolo, ma non chiedetemi di festeggiare. Festeggerò quando ci sarà il matrimonio egualitario, quando ci saranno le adozioni e quando il governo si renderà conto che una legge contro l’omo-transfobia è necessaria. Fino a quel momento continuerò a scendere in piazza e a metterci la faccia, ogni giorno, per la comunità Lgbt».

Le cose cambiano è un brano ispirato al progetto «It’sGetBetter» conto l’omofobia, partito dagli Usa, e a cui Mc Nill ha partecipato: «Le cose cambiano è anche il nome del progetto in Italia. Purtroppo l’omofobia esiste e purtroppo di omofobia si muore ancora. Credo sia necessario far arrivare un messaggio positivo a tutti i giovani Lgbt italiani e non. Pensandoci, io stessa sono una prova vivente del fatto che le cose possono cambiare e che la tua vita può diventare stupenda. Le cose cambiano, ma se decidi di mettere fine alla tua esistenza per colpa dei bulli, di una famiglia incapace di accettarti, non potrai mai vederlo e saperlo. Io, insieme a tanti altri, sono qui per dirtelo».