A gennaio il rapper Clementino aveva pubblicato sul profilo facebook le foto della sua auto, una Peugeot Expert con cui andava in giro a suonare, parzialmente bruciata: «Eccomi qui! – aveva scritto nel post di commento – Visto il lavoro che faccio non sono abituato a stare zitto, piuttosto mi faccio ammazzare…Ho pensato .. Che faccio posto le foto? E poi? Cosa succederà? Ma il coraggio deve far parte della mia vita altrimenti non si va avanti.. Bene..». Ieri la procura di Nola ha rivelato che un’intera famiglia si era mobilitata per minacciarlo: volevano costringere Clementino a una collaborazione artistica. Si erano messi d’impegno Massimo Carbone, 53 anni, e i figli Luigi e Vincenzo per rendere la vita difficile al fenomeno del free style italiano.

I Carbone vivono a Palma Campania, Clementino è molto conosciuto nell’area nolana. Il più piccolo, Vincenzo (appena 20 anni), fa il cantante neomelodico con lo pseudonimo di Enzo Di Palma: primi singoli con tanto di video, il suo è uno stile molto anni ’80 ma la scena intanto è cambiata. Sono esplosi i ritmi sincopati intrecciati alle tronche del dialetto partenopeo, un fenomeno, quello dei rapper, che ha varcato l’oceano: nel 2005, ad esempio, Clementino è nella compilation Napolizm: a Fresh Collection of Neapolitan Rap pubblicata negli Stati Uniti. Ma Clementino è anche un fenomeno pop: va al Festival di Sanremo, collabora con Fabri Fibra, partecipa agli Mtv Spit. Associare la sua immagine a quella di Enzo Di Palma potrebbe essere la mossa giusta per arrivare sui palcoscenici nazionali.

Clementino però non si piega nonostante le minacce e ieri i tre sono finiti ai domiciliari per tentata estorsione. È stata un’escalation: prima la proposta di incidere un brano insieme, poi la minaccia di sequestrarlo, quindi le vie di fatto. Una sera, lo scorso novembre, tentarono di speronare l’auto di Clementino: il rapper era diretto in un locale di Lago Patria, dove doveva esibirsi. Due mesi dopo la Peugeot va in fiamme. Minacciano anche lo staff del musicista, il padre e lo zio che gli dà una mano nella gestione.

I Carbone hanno fatto un investimento e vogliono arrivare alla fama. A marzo diffondono sui social un nuovo video, non riescono a convincere Clementino e allora il duetto Enzo Di Palma lo fa con Dope One, al secolo Ivan Rovati De Vita, un rapper stimato nella scena partenopea ma non ancora famoso. Chesta sera voglio parla’ e’ te (Questa sera voglio parlare di te) è il singolo, nei credit ci sono il gruppo che si occupa delle riprese e dei movimenti in scena ma, nonostante lo sforzo, il brano è ordinario. Si fa il selfie con Franco Ricciardi, uno dei migliori cantautori napoletani, ma il successo non si vede all’orizzonte.

Scavando tra le canzoni d’amore, Stu core nun o’ perdere o Voglio fa’ pace oppure Si chiù e nu frat (Sei più di un fratello, ndr), duetto con il neomelodico Anthony in cui i due maschi lasciano la donna che si era insinuata tra di loro, i giornalisti hanno pescato pure la hit Sti guagliun correne (questi ragazzi corrono, ndr) in cui racconta l’epopea dei ragazzi dei clan, le ’paranze’ che sfrecciano armate sugli scooter: «Scappano – recita il testo in napoletano – , il cuore batte in petto, si sentono morire, con le guardie dietro le spalle, senza mai girarsi, se vincono questa corsa avranno la libertà. Un pensiero vola da mamma, con i fratelli piccoli che vivono in città». Sicuramente la sua canzone migliore.