Silenzio stampa quasi totale sul vertice dei Paesi non allineati, in corso sull’isola Margarita, in Venezuela. Eppure, dal 13 al 18 si riunisce qui il secondo organismo internazionale più grande dopo l’Onu. Ne fanno parte 120 paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America latina e dei Caraibi e dell’Europa orientale, 17 paesi osservatori e 10 organizzazioni osservatrici. Il fatto è, però, che la presidenza pro-tempore del Mnoal tocca per tre anni al Venezuela di Nicolas Maduro il quale, come si sa, non gode di buona stampa. E quando una voce scomoda non si riesce a cancellarla, si cerca di silenziarla. Oppure si amplificano i rumori di fondo.

Il Venezuela è il terzo paese latinoamericano ad assumere la presidenza del Movimento, dopo Cuba e Colombia. Attualmente, Caracas esercita la direzione pro-tempore di 6 organismi internazionali di prima grandezza: il Consiglio di sicurezza dell’Onu, il Consiglio dei diritti economici e sociali dell’Onu, la presidenza della Unasur, quella del Movimento dei non allineati e la presidenza del Mercosur, contestata da due paesi membri tornati al neoliberismo (Argentina e Brasile) e dal Paraguay, che ha inaugurato il format dei golpe istituzionali.

Il Mnoal fu costituito formalmente tra il 1 e il 6 settembre del 1961 a Belgrado, sede della prima conferenza. I prodromi del Movimento vanno però riscontrati nella Conferenza afroasiatica di Bandung, in Indonesia, dell’aprile del 1955. Un’iniziativa promossa da cinque paesi decolonizzati dell’Asia, il Pakistan, l’India, l’Indonesia, l’attuale Sri Lanka e la Birmania. Alla conferenza assistettero 29 paesi, che condannarono il colonialismo ancora esistente in Africa e il sistema d’apartheid, e invitarono le grandi potenze a cooperare nella lotta contro il sottosviluppo e la povertà. Nel mondo allora diviso in due blocchi, nasceva il cosiddetto Terzo mondo.

A Bandung non assistettero paesi dell’America latina e dei Caraibi. Dal continente latinoamericano è però giunto dall’inizio del secolo XXI un orientamento in politica estera basato sull’impegno per una nuova indipendenza, sulla multipolarità, sul non allineamento alle politiche di guerra, sul rafforzamento degli organismi regionali per l’interscambio commerciale come il Mercosur, e la creazione di altri con finalità più ampie e politiche come l’Union de Naciones Suramericanas (Unasur), la Alianza Bolivariana de America (Alba) e la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribenos (Celac), e ancora la cooperazione sud-sud.

Con l’intento di rafforzare le relazioni sud-sud si sono svolti, dal 2006, due vertici tra Africa e America del sud (l’ultimo a Margarita, nel 2009). Temi dominanti, il disarmo, la non proliferazione nucleare e delle altre armi di distruzione di massa e la lotta al traffico di armi e a quello delle persone.
“L’obiettivo di questo vertice è costruire una piattaforma condivisa sui temi della sovranità e dell’autoderminazione – spiega al manifesto il viceministro degli Esteri venezuelano Samuel Moncada –. Due commissioni che hanno lavorato in parallelo, una politica e l’altra economico-sociale delineano i contenuti della risoluzione che farà da guida all’organismo per i prossimi tre anni”. Si cercherà una posizione congiunta “sui temi dell’ambiente e della pace e si respingerà con forza il persistente blocco economico contro Cuba, ancora rinnovato. Si difenderà la sovranità del Venezuela contro l’attacco dei poteri forti, e l’autoderminazione dei popoli”.

E come si concilia la presenza di quei paesi che non accettano le rivendicazioni di autonomia come quelle del popolo sahrawi in Marocco che il Venezuela appoggia? “Il compito dell’organismo è appunto quello di trovare una conciliazione – dice ancora Moncada – anche se i risultati non ci saranno dall’oggi al domani, il fatto stesso che il Mnoal esista con questi intenti è già un motivo di speranza: a maggior ragione in un periodo difficile per le alleanze sud-sud, dovuto al ritorno delle forze conservatrici in America latina”.

Moncada ha anche una delega specifica per l’Europa. Qual è l’atteggiamento dei Non allineati nei confronti della Ue? Risponde: “In Europa, vi sono paesi che si sono appropriati di alcuni temi e credono di esserne guardiani: la Gran Bretagna con i Caraibi, la Francia con l’Africa, la Spagna con l’Americ latina. Con questa piattaforma ribadiamo che non abbiamo bisogno di guardiani, non vogliamo che altri parlino per noi. Vogliamo rompere il monopolio di alcuni paesi Ue che non pensano all’Unione ma ai propri interessi. C’è anche un’Europa orientale, guidata da altre dinamiche a cui volgersi”.

E quale intesa può trovare il Venezuela socialista con quei paesi da cui arrivano forti spinte xenofobe e un nuovo nazismo? “Ovviamente non c’è niente di più distante, ma per fortuna non c’è solo quello. E comunque la Mnoal costituisce una salvaguardia contro gli abusi imperiali. Anche se il Venezuela non può chiedere il consenso intorno al socialismo, può tenere aperta una prospettiva e mantenere le posizioni sulle conquiste fin qui realizzate”.