Il Gip del Tribunale di Caltagirone Salvatore Ettore Cavallaro ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore Giuseppe Verzera e concesso il provvedimento di sequestro preventivo del sistema di comunicazione satellitare Muos, ad uso esclusivo Us Navy, costruito all’interno della base di Niscemi in provincia di Caltanissetta.

La notizia divulgata sui social network nelle prime battute era stata accolta con emozione ma cautamente dagli attivisti temendo potesse trattarsi di un pesce d’aprile ma a confermare l’atto, facente seguito alla sentenza del 13 febbraio scorso, sono arrivate dopo poco le rassicurazioni degli avvocati del Movimento No Muos a conferma del sequestro che di lì a poco si sarebbe verificato materialmente.

Il Tar siciliano il venerdì 13, data tradizionalmente scaramantica per gli statunitensi, aveva recepito il ricorso presentato da Legambiente e dai legali del Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos contro il provvedimento del 24 luglio 2013 emanato dalla Regione Sicilia, passato alla cronaca come «revoca della revoca», e sul rigetto dei ricorsi elaborati del ministero della Difesa contro i provvedimenti di “revoca” sempre della Regione risalenti al marzo del 2013. Il Tribunale amministrativo si esprimeva così sulla prima revoca affermando dovesse essere intesa come un annullamento, i cui effetti si producono ex tunc, vale a dire all’origine, dando quindi ragione ai legali No Muos. Annullamento e non già revoca occorso per rilevati vizi delle autorizzazioni datate 1 e 11 giugno 2011, carenti circa la valutazione dei rischi per la popolazione e l’ambiente e insufficienti sui dati relativi al traffico aereo.

Nonostante il dispositivo, considerato da attivisti e legali come il migliore possibile, le parabole dopo pochi giorni dall’emissione della sentenza risultavano, da alcune documentazioni fotografiche e video registrate dagli attivisti, con spie lampeggianti accese e direzionate in maniera differente rispetto al 13 febbraio, e gli stessi attivisti, le mamme No Muos in prima fila, così cominciavano l’attività di blocchi per impedire l’accesso degli operai all’interno della base. In più occasioni i convogli di militari Us navy e operai venivano scortati dalle forze dell’ordine cosicché gli avvocati inviavano il 27 febbraio un “atto monitorio” alle autorità competenti. Il 23 febbraio poi l’avvocato Goffredo D’Antona per conto dell’Associazione Antimafie “Rita Atria” depositava in procura a Caltagirone una integrazione alle denunce fatte a partire dal luglio del 2013 circa la costruzione del Muos di Niscemi. Il procuratore Giuseppe Verzera preso atto della situazione, considerati gli umori dei cittadini in generale e degli attivisti dei comitati locali No Muos sugli ultimi avvenimenti e alla luce del materiale in suo possesso, ha valutato l’opportunità di procedere alla richiesta di sequestro su input certamente anche delle recenti azioni legali degli avvocati e degli strumenti forniti, utili ad una valutazione oggettiva dei fatti.

Va dato merito dunque alla procura di una iniziativa dai più attesa che avviene pochi giorni prima che si esprima la camera di consiglio al Cga, il 15 aprile, sulla richiesta di sospensiva della sentenza inoltrata dal ministero della Difesa, richiesta che anche se accolta non influirà sulla decisione di sequestro penale, poiché trattasi di procedimenti assolutamente distinti e autonomi.

In attesa del Cga che si terrà tra due settimane, dopo aver incassato una prima vittoria il 13 febbraio ed una seconda il primo di aprile, il Movimento No Muos si prepara alla manifestazione nazionale organizzata per sabato 4 aprile, la cui matrice è la rivendicazione non solo del diritto alla salute e tutela dell’ambiente, l’attuazione del principio di precauzione ma anche il rispetto della sovranità e del potere giurisdizionale da parte negli Stati Uniti e degli stessi organi Istituzionali italiani oltre che la rivendicazione all’autodeterminazione e la richiesta di ascolto di quelli che non accettano di essere tacciati come «inutili comitatini» piuttosto «utili» al rispetto di una pluralità di diritti e doveri in questa faccenda largamente scavalcati.