Parte oggi con l’anteprima al carcere minorile di Nisida la nona edizione del Napoli Teatro Festival Italia. Alla presentazione a Roma a maggio parteciparono il presidente della fondazione Campania dei Festival (che organizza la rassegna) Luigi Grispello e Sebastiano Maffettone, consigliere alla cultura del governatore campano Vincenzo De Luca. Non si presentò il direttore artistico, Franco Dragone. Ieri invece mancava Maffettone, in compenso c’era il regista italo-belga che ha illustrato la prima settimana di programmazione all’insegna dell’impegno civile e della contaminazione dei linguaggi.

Il festival quest’anno porterà in giro per la regione una selezione di spettacoli: è già partito il Bus Theater che dall’Irpinia ha raggiunto il Sannio e poi andrà nel casertano. A Nisida ci sarà l’omaggio a Luca De Filippo, scomparso lo scorso novembre, che dal padre Eduardo aveva raccolto il testimone dell’impegno per i ragazzi del minorile napoletano. Un altro omaggio va a Shakespeare, a quattrocento anni dalla morte, e allo stesso Eduardo attraverso la sua versione in napoletano de La Tempesta (mise en espace a cura di Fabrizio Arcuri con i ragazzi del laboratorio di teatro).

Domani apertura ufficiale con Aspettando il tempo che passa per la regia di Emanuela Giordano al teatro Nuovo, scritto con i detenuti del minorile di Airola che hanno lavorato con il gruppo del teatro Nest (una palestra abbandonata nel quartiere San Giovanni a Teduccio trasformata in una sala da Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo e Carmine Guarino). I protagonisti del racconto hanno messo in scena lo spettacolo nel loro penitenziario, ma la macchina carceraria li ha separati e così al Nuovo ci saranno gli attori che hanno seguito il laboratorio.

Al Politeama cinema, teatro e danza con Kiss & Cry di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael, sceneggiatore del film Dio esiste e vive a Bruxelles. Comincia domani a Villa Pignatelli il progetto Stasera c’è Spettacolo? To play! ideato e diretto da Donatella Furino e Emma Campili: ogni sera una forma di spettacolo diversa, mescolando linguaggio teatrale con il talk-show attraverso le regole di youtube.

Infine, al Museo di Donnaregina Vecchia, Shirin Neshat presenta Passage Through the World. Il progetto è nato a Bari, con la collaborazione di Change Performing Arts: l’artista iraniana ha incontrato le lamentatrici funebri della città vecchia e intorno al dolore della perdita, ai rituali del lutto e della sepoltura si è sviluppata un’indagine che lega l’oriente e i Balcani con il sud Italia: «In un’epoca di conflitti – spiega – l’esperienza della morte è l’unica che può condurre alla comprensione reciproca». Neshat e Shoja Azari curano le proiezioni: il bianco e nero taglia la scena mentre immagini di donne si stagliano sulle pareti della chiesa sconsacrata.

Il canto del musicista iraniano Mohsen Namjoo si intreccia all’ensemble vocale pugliese Faraualla e alle donne della compagnia della parrocchia di Santa Chiara, guidate da Antonella Morea, che intoneranno Fenesta ca lucive, la più antica lamentazione funebre della canzone partenopea. «La suggestione del mantra – spiega Morea – lega le nostre tradizioni, ma Namjoo intona un canto tutto interiore invece a Napoli il dolore ha bisogno di essere esorcizzato anche con il movimento»