Il referendum “Stop austerità” allo sprint finale. Schiacciato dal silenzio dei grandi media, l’obiettivo delle 500mila firme sui quattro quesiti da raggiungere entro la fine del mese è ancora lontano. La mobilitazione dello Spi Cgil, oliata macchina organizzativa, si spera sia il trampolino per tagliare al fotofinish il traguardo. Che fosse una «impresa disperata» – come la definisce Danilo Barbi, segretario confederale Cgil che fa parte del Comitato promotore – il pool di economisti, giuristi e sindacalisti che hanno lanciato il guanto della sfida lo sapevano benissimo.

Dopo la firma di Susanna Camusso, quasi tutto il gruppo dirigente si sta impegnando nella raccolta, ma la Cgil non fa parte del Comitato. Partita il 3 luglio infatti la raccolta firme è «il primo tentativo estivo di raggiungimento del quorum», spiega Barbi: «Nessuno c’aveva mai provato, lo abbiamo fatto perché la nuova legge prevede che presentando le firme entro settembre il referendum si terrebbe nel 2015; arrivando anche solo un giorno dopo si slitta al 2016 o 2017. Sappiamo che è una impresa, ma riuscendoci produrremmo un vero cataclisma politico». Incassato «l’impegno massimo dello Spi» da parte di Carla Cantone in un convegno tenuto ieri mattina ai Frentani a Roma, Riccardo Realfonzo è concentrato «sull’ultimo sforzo»: «Ci battiamo contro il silenzio dei grandi gruppi editoriali come Repubblica che non ci hanno dato spazio».