Anticipato nei giorni precedenti alla sua anteprima americana (al Sundance Film festival) dalla fascinazione per tutto ciò che ha a che vedere con «la Chiesa» di L. Ron Hubbard, e da una pagina pubblicitaria apparsa sul New York Times in cui Scientology denunciava il regista del film e l’autore del libro da cui è stato tratto, Going Clear: Scientology & the Prison of Belief è un tipico documentario di Alex Gibney: ricco di materiali rari o inediti, costruito come un reportage giornalistico di alto livello, e animato dalla lucida indignazione personale che il regista di Enron: The Smartest Guys in the Room, Taxi to the Dark Side, e del documentario sugli abusi nella Chiesa cattolica Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God riserva a qualsiasi forma di truffa organizzata.

Anche la fonte del suo nuovo film, da domani nelle sale italiane – in America è stato trasmesso lo scorso marzo su Hbo – è abbastanza inattaccabile: il libro omonimo di Lawrence Wright (autore di un importante volume sul terrorismo post 9/11, The Looming Towers) è stato infatti un successo, critico e di vendite. Se dalla loro collaborazione, non escono novità esplosive, costruito com’è sulle testimonianze di importanti fuoriusciti delle Chiesa (tra cui il regista Paul Haggis, ma anche l’ex portavoce dell’organizzazione Mike Rinder, l’ex braccio destro del suo leader, Marty Rathbun, e Sylvia «Spanky» Taylor, che si occupava di John Travolta, al Celebrity Center, prima di scappare a gambe levate dopo che sua figlia neonata era stata rapita dalla Chiesa e affidata a una coppia di malati di mente a Cuba), il film è forte abbastanza da riaprire un serio dibattito sulla strana organizzazione che, dal 1993, in Usa rientra nella categoria di religione – il che la esenta dalle tasse e le offre la vasta protezione del primo emendamento della costituzione (quello sulla libertà di parola).

Una vittoria enorme, che Scientology celebrò con una cerimonia losangelina, tra l’Aida e Leni Riefensthal, di cui vediamo le immagini in Going Clear. Per chi avesse dei dubbi che Scientology sia tutt’oggi un soggetto che fa paura, Gibney, dopo l’applauditissima proiezione al Sundance, ha raccontato che «tutto il girato d’archivio del film è utilizzato secondo le regole e i limiti del fair use, e cioè gratuitamente, perché i network hanno rifiutato di collaborare e rilasciarci i diritti d’uso». Si tratta spesso, come si vede nelle foto in cui i leader di Scientologista appaiono sorridenti insieme ai vertici dell’Internal Revenue Service, e come ha sottolineato in sala anche Mark Rinder, di una paura di carattere finanziario: «Qualunque pubblico ministero pensi di intentare una causa contro Scientology sa che sarà ’il’ caso della sua carriera. Ha senso, per un ufficio governativo con il budget all’osso, investire enormi quantità di tempo e denaro in Scientology, o è meglio concentrarsi su problemi più tangibili? Senza contare che, nonostante gli abusi, parecchi membri della Chiesa non vogliono essere ’liberati’. Questa è una prigione del credo,–lucchetti e sbarre non contano».

Nelle affascinanti immagini di repertorio e nelle rare interviste al fondatore di Scientology che costituiscono la prima parte del film, Ron Hubbard ricorda molto Philip Seymour Hoffman in The Master – sinistro, seducente, sicuro di sé e probabilmente un po’ fuori di testa, come sembrano suggerire anche alcune lettere della sua seconda moglie, Sara Northrup Hollister. La messa a confronto di testi, rivela come alcuni passaggi della sua sci-fi siano diventati il dogma della Chiesa («Che cazzo?» racconta di essersi chiesto Paul Haggis una volta arrivato a un livello della gerarchia di Scientology che gli dava accesso a scritti segreti del fondatore). E le immagini dalla «flotta» privata di Hubbard – con cui vagava al largo dei porti europei per non pagare le tasse – ci parlano di un equipaggio di giovanissimi adepti usati come mozzi di bordo.

Nel film, Wright dice che le intenzioni del libro non erano quelle di «smascherare» la Chiesa ma di capirla. E, tutto sommato, Going Clear è molto meno duro con Hubbard (che avrebbe architettato Scientology più come una forma di psicanalisi di se stesso), che con il suo successore e attuale leader, David Miscavige, che agirebbe cinicamente animato da un trip di ricchezza e di potere. Come prevedibile, in quanto due tra le star più importanti dell’organizzazione, John Travolta e Tom Cruise occupano una buona parte di film. Rathbun racconta che era andato a lui il compito di distruggere il matrimonio tra Tom Cruise e Nicole Kidman (figlia di un noto psicologo australiano e cattolica, Kidman era una nemica per Dna). Travolta, Cruise e Miscavige hanno rifiutato di farsi intervistare per il doc, ma la speranza nemmeno troppo velata del film è che, dopo Haggis, altri famosi membri della Chiesa si facciano avanti….

Preziose anche le statistiche offerte Going Clear (e che la Chiesa disputa): oggi i membri di Scientology sarebbero scesi a circa cinquantamila, da un picco di centomila all’inizio degli anni ’90, quando la rivista Time pubblico un primo esposè di copertina. I suoi adepti sono pagati cifre da povertà (40 cents all’ora) e la Chiesa avrebbe circa 3 miliardi di proprietà immobiliari in tutto il mondo.