Ostentava sicurezza ieri sera Benyamin Netanyahu in attesa dei funzionari di polizia decisi ad interrogarlo sui generosi doni e favori ricevuti da facoltosi uomini d’affari, per lo più stranieri. «L’opposizione non abbia fretta di festeggiare. Continui pure ad elevare in cielo palloncini pieni di aria calda, noi continueremo a dirigere lo Stato d’Israele…(gli investigatori) non hanno niente in mano, perché non c’è niente» ha proclamato il premier israeliano che afferma di essere vittima di campagna orchestrata da media ostili e dalle forze politiche di opposizione. Eppure l’indagine non pare solo “fumo” come sostiene lui. Il quotidiano Haaretz ha riferito che il miliardario Ronald Lauder, un amico stretto di Netanyahu, già interrogato dalla polizia, sarebbe direttamente implicato nella vicenda dei doni sospetti. La tv Canale 10 ha rivelato inoltre che il figlio maggiore di Netanyahu, Yair, ha accettato vacanze in regalo dal miliardario australiano James Packer. La polizia vuole accertare se in cambio di questi “doni” il primo ministro abbia favorito le attività imprenditoriali di questi uomini d’affari. Mentre il premier si dice tranquillo, alle sue spalle freme Yair Lapid, leader del partito centrista laico Yesh Atid, che gli ultimi sondaggi danno in vantaggio su Netanyahu e sul suo partito il Likud. Lapid spinge per andare subito al voto, specialmente se il premier sarà formalmente indagato. (michele giorgio)