Il Nicaragua ha festeggiato ieri i 37 anni della rivoluzione sandinista. Il 19 luglio del 1979, l’Fsln ha messo fine alla sanguinosa dittatura di Anastasio Somoza, realizzando l’ultima rivoluzione armata del secolo scorso. Nel 1990, però, il Frente Sandinista ha perse le elezioni, sconfitto da una coalizione appoggiata dagli Usa, che riunì tutte le forze politiche conservatrici. Il ritorno delle destre passò come uno schiacciasassi sulle conquiste sociali messe in campo dal sandinismo.

Ma 17 anni dopo, sempre per la via elettorale, il Frente è tornato a governare. Ha iniziato una seconda tappa, riuscendo a risollevare le sorti del paese. Ha volto lo sguardo alle alleanze sud-sud entrando a far parte dell’Alba, l’Alleanza bolivariana per il popoli della nostra America ideata da Cuba e Venezuela. Oggi, il paese è considerato uno dei più stabili e sicuri della regione e la sua economia è considerata una delle più importanti del Centroamerica.

Ieri, a Managua, di fronte a migliaia di persone, il presidente Daniel Ortega ha festeggiato la ricorrenza con alcuni presidenti e rappresentanti dell’America latina come il venezuelano Nicolas Maduro e il salvadoregno Sanchez Céren.

La rivoluzione sandinista è stata ricordata anche a Roma con un brindisi e con il dibattito “America latina, logros y desafios”, che si è svolto all’Ila (l’Istituto Italo latinoamericano). Al tavolo, le rappresentanze diplomatiche di Nicaragua, Cuba, Salvador, Venezuela, Ecuador e Bolivia. L’ambasciatrice nicaraguense Monica Robelo ha ripercorso il cammino della rivoluzione sandinista e ha mostrato con cifre e dati la rinascita che vive oggi il paese, nonostante i rischi insiti nella difficile congiuntura economica internazionale.

Attraverso un pacchetto di piani sociali e grazie all’appoggio dell’Alba – ha ricordato Robelo – oggi il Nicaragua è uno dei paesi che più ha ridotto la disuguaglianza. Quando il Frente Sandinista è tornato al governo, nel gennaio del 2007, il Nicaragua era sotto la presa del Fondo monetario internazionale. Sei anni dopo, “abbiamo iniziato un nuovo processo di emancipazione da questo tipo di tutela. In termini economici, nonostante la forte crisi mondiale, abbiamo registrato una crescita media annuale del 4,5%. Stiamo costruendo un nuovo modello di sviluppo e di governo, il Poder ciudadano”.

Il 6 novembre si svolgeranno le presidenziali con Ortega nuovamente candidato del Frente sandinista che, secondo i sondaggi, avrebbe un grandimento di oltre il 50%.