Una trentina di morti nel nord-est,e tanti problemi tecnici derivanti dall’utilizzo per la prima volta delle schede elettorali biometriche e un attacco informatico alla Commissione elettorale firmato Nigeria cyber army. È in sintesi il bilancio del sabato elettorale in Nigeria, dove si è votato ieri – e si voterà ancora oggi, dove è risultato impossibile identificare gli elettori con il nuovo sistema – per eleggere capo dello stato e parlamento.

Anche il presidente Goodluck Jonathan, che si candida a un secondo mandato per il People’s Democratic Party (Pdp), è incappato nelle disfuzioni dei lettori che analizzano i dati. È dovuto tornare due volte al seggio di Otuoke, nel sud del paese, dove è nato 58 anni fa, per poi essere registrato manualmente. Tutto liscio per il suo principale antagonista, Muhammadu Buhari, ex generale golpista e «democratico convertito» secondo la sua stessa definizione, candidato dell’All Progressives Congress. Buharu ha votato nella sua Daura, nel nord musulmano, e ha avuto parole di apprezzamento per un sistema che a suo dire impedirà i brogli.

Un’esibizione di fiducia nell’esito finale del voto. Nel 2011 venne battuto da Jonathan e i suoi supporter si scatenarono in piazza contro la comunità cristiana, che appoggia il rivale (800 morti il bilancio finale).

Ieri due autobomba sarebbero esplose nello stato di Enugu senza fare vittime e una terza è stata fatta esplodere dalla polizia. Sette persone sarebbero invece morte in una serie di attacchi ai seggi nello stato di Gombe, ma la matrice jihadista non è certa. Boko Haram avrebbe colpito duro a Barutai, nel Borno, con kalashnikov e motosega. I funzionari locali riferiscono di 23 persone decapitate.