Ieri mattina è arrivata la rivendicazione di Daech. Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, un “soldato” dello Stato islamico ha “realizzato un’operazione in risposta agli appelli a prendere di mira i cittadini di paesi della coalizione che combatte l’Is”, ha scritto l’agenzia stampa di Daech, Amac. I servizi francesi ieri non hanno ancora identificato formalmente il messaggio come autentico. Ma stando alla rivendicazione, l’attacco del camion sulla Promenade des Anglais a Nizza nel giorno simbolico della festa nazionale francese sarebbe un atto terroristico legato alla guerra che l’Is ha dichiarato all’Occidente, Francia e Stati uniti in testa. Secondo il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, Lahouaiej-Bouhlel “sembra” essersi “radicalizzato molto rapidamente”, anche se le prime testimoniane di chi lo conosceva non avevano sottolineato questa deriva. Ieri, 5 persone a lui legate, erano in stato di fermo: la moglie (da cui stava divorziando) e un’altra persona, arrestate venerdi’, a cui si sono aggiunti altri tre individui ieri. Per Cazeneuve, che ha cercato di rispondere alle polemiche che hanno messo in causa il governo e la leggerezza del dispositivo di sicurezza, “siamo messi di fronte a individui che, sensibili ai messaggi dell’Is, intraprendono azioni estremiste violente senza necessariamente aver partecipato a combattimenti, senza necessariamente essere stati addestrati”. Venerdi’ sera in tv, il primo ministro Manuel Valls aveva affermato che il “terrorista è sicuramente legato all’islam radicale in un modo o nell’altro”.

Secondo lo specialista dell’estremismo islamico David Thomson, “non ci sono regole nel timing delle rivendicazioni”, che possono avvenire subito dopo i fatti o alcuni giorni dopo (in un attacco in Ciad è stato un mese dopo), nei casi in cui l’attentato non sia organizzato direttamente dall’Is, dalla Siria, come il 13 novembre a Parigi. Ma, secondo Thomson, le rivendicazioni dell’Is finora non sono mai state “opportuniste”, mentre “avrebbe potuto farlo varie volte”, cioè Daech non ha mai rivendicato a posteriori tragedie di cui non era in qualche modo responsabile. Per esempio, non c’è stata rivendicazione per il crash dell’Egypt Air, mentre al contrario era stato rivendicato quello del volo russo dall’Egitto, il 31 ottobre scorso e erano addirittura state poi presentate nuove “prove”, delle foto in particolare. Rivendicazioni a posteriori sono avvenute per San Bernardino, Orlando e, in Francia, dopo il recente assassinio di due poliziotti a Magnanville. Questo meccanismo di rivendicazione, secondo il professor Jean-Pierre Filiou, mostra che “Daech vuole conservare il timing”. Per Thomson, “ci sono sicuramente dei legami e se rivendicano vuol dire che hanno delle prove e che le daranno poco per volta”.

Nell’inchiesta in corso, dall’analisi del telefonino e dei “documenti” trovati sia sul camion che nei due domicili del terrorista (a casa sua e in quella dell’ex moglie), sembra siano già stati reperiti contatti “interessanti”. Tra essi ci sarebbe Omar Diaby, alias Omar Omsen, un senegalese, figura di primo piano del jihadismo nizzardo. Omar Diaby è pero’ conosciuto come esponente di Al Nosra, rivale di Daech. Diaby è l’autore di video di propaganda che spingono ad uccidere dei civili “come rappresaglia ai bombardamenti francesi contro donne e bambini”. A Nizza, tra settembre 2012 e febbraio 2014 è stata smantellata una cellula battezzata “Cannes-Torcy”, che aveva in programma di colpire in occasioni di manifestazioni pubbliche, quando molta gente è riunita. Il progetto, allora, era di colpire il carnevale di Nizza, che è il terzo per importanza nel mondo (dopo Rio e Venezia). La presenza di persone radicalizzate nella regione è molto forte, circa 200 sono schedate e sono sotto esame i casi di 120 minorenni a rischio, pronti a partire per la Siria (55 persone sono partite per la Siria dal dipartimento delle Alpi Marittime negli ultimi anni, circa il 10% del contingente francese che è stato o è in azione sul quel terreno di guerra).

L’inchiesta dovrà stabilire se esistono legami e di che tipo tra Lahouaiej-Bouhlel e le cellule presenti nella regione di Nizza. Ma Daech funziona in diversi modi. Adesso che il califfato perde terreno, si sono moltiplicati gli inviti ad agire in Occidente. “Se volete uccidere un miscredente americano o europeo, in particolare i cattivi sporchi francesi, allora contate su Allah e uccideteli in qualunque modo, colpite alla testa con una pietra, sgozzateli con un coltello, schiacciateli con l’auto, gettateli dall’alto, strangolateli o avvelenateli”, afferma un messaggio audio del califfato che risale al 2014. Lo specialista David Thomson ha individuato, il 14 luglio, un video di un jihadista francese che invitava a non andare più in Siria, ma ad agire sul posto: “strumentalizza due tre delinquentelli, trovi un’arma in qualsiasi quartiere”. Secondo il deputato (e medico) Bernard Debré (Républicain), “il messaggio di Daech è arrivato all’orecchio di folli”. Il profilo di Lahouaiej-Bouhlel potrebbe coincidere con questo quadro. “Ideologia mortifera mondiale” diffusa da Daech, secondo lo psichiatra Jean-Pierre Bouchard, che puo’ aver fatto breccia nella mente del terrorista di Nizza, descritto come psicologicamente fragile, già colpevole di vari reati minori. Ci sono già stati casi del genere, anche se meno assassini: a Nizza stessa, nel febbraio 2015, un uomo aveva aggredito con un coltello tre militari, nell’Isère un impiegato aveva decapitato il titolare dell’azienda nel giugno dell’anno scorso.

Ieri, ci sono stati alcuni chiarimenti sulla dinamica dell’attacco. La Prefettura ha informato che per i fuochi d’artificio di Nizza erano presenti sul terreno 64 agenti della polizia nazionale, coadiuvati da 42 poliziotti municipali e 20 militari dell’operazione Sentinelle (che Hollande ha riconfermato: 10mila militari in azione sul territorio francese). Il camion ha potuto fare irruzione sulla folla riunita sulla Promenade des Anglais accelerando sulle barriere che la polizia aveva messo, aggirando gli ostacoli, passando sull’ampio marciapiede della passeggiata. Secondo Cazeneuve, in risposta alle polemiche sul lassismo nell’applicazione dello stato d’emergenza, “dall’inizio dell’anno, 160 individui implicati in varia misura in atti terroristici sono stati arrestati”. Questo “ha permesso di evitare un numero significativo di attentati, alcuni dei quali avrebbero potuto aver luogo durante l’Euro di calcio”. Il ministro della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas, ha ripetuto ieri che “il passato penale” di Lahouaiej-Bouhlil “non permetteva di anticipare quello che è successo”. Il tunisino non era schedato “S” come radicalizzato, ma era stato processato per violenze su persone, senza mai andare in carcere.