E’il terzo naufragio in tre giorni e ancora una volta la tragedia si è consumata nel Canale di Sicilia. Ad affondare questa volta è stato un barcone come al solito partito dalla Libia stracarico di migranti. L’imbarcazione è stata soccorsa dai mezzi della marina militare impegnati nell’operazione Mare sicuro. Quando il pattugliatore Vega si è avvicinato al barcone questo era ormai già pieno di acqua per metà e molti migranti si trovavano in mare. I militari hanno tratto in salvo 139 persone, ma nel naufragio si contano purtroppo anche numerose vittime. Almeno una decina le salme recuperate fino a ieri sera. Le operazioni di soccorso sono andate avanti tutta la notte.
I numeri di questi giorni, relativi sia al numero dei salvataggi che a quello dei migranti fatti sbarcare nei porti siciliani, fanno impressione, ma non si tratta ancora di emergenza. Al Viminale, ma anche a Bruxelles, ci tengono infatti a sottolineare come gli arrivi registrati non siano superiori a quelli dell’anno passato. Ieri lo ha spiegato anche la portavoce della commissione europea, Natasha Berthaud, ricordando come la situazione venga costantemente monitorata da Frontex. «Non abbiamo evidenze di una frammentazione della rotta che dalla Turchia porta alla Grecia – ha detto -. Abbiamo visto un aumento degli arrivi dalla Libia in Italia, ma i numeri sono in linea con quelli dello scorso anno. Monitoriamo la situazione con Frontex e continueremo a fornire l’assistenza necessaria all’Italia per affrontare la situazione».
Nessuna invasione, quindi, tantomeno come conseguenza della chiusura della rotta balcanica. Circostanza questa confermata anche dal fatto che i Italia continuano ad arrivare soprattutto eritrei, nigeriani e, da qualche settimana, egiziani. «Il problema è la concentrazione degli sbarchi in un tempo ristretto e il numero limitato di posti», ha spiegato ieri il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale. Quanto meno azzardato, quindi, parlare di milioni di persone pronte ad attraversare il Mediterraneo, come è accaduto in questi giorni.

Questo non vuol dire che non possano verificarsi situazioni di difficoltà. Attualmente in Italia sono ospitati 115.548 migranti nei centri adibiti all’accoglienza e il Viminale sta cercando altri 5.000 posti dove alloggiare gli ultimi arrivi. La richiesta è rivolta soprattutto alle provincie visto che il tavolo con le Regioni al momento sospeso. «Tutti faranno la loro parte – ha assicurato il prefetto – anche se la campagna elettorale per il rinnovo dei sindaci può essere un elemento di difficoltà, ognuno cerca di difendere il proprio territorio. Non voglio accusare nessuno. Noi comunque faremo la nostra parte. Le persone saranno sistemate nel luoghi più idonei». Le operazioni di soccorso intanto si susseguono a ripetizione. Ieri sono state 17, che hanno permesso di mettere in salvo circa 2.000 persone tra uomini, donne e bambini.