Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ieri si è recato in una Camera praticamente vuota, per «riferire» circa l’operazione che ha portato alla morte del cooperante italiano, Giovanni Lo Porto. Molti i dubbi e le domande all’indomani della confessione di Obama circa l’operazione sotto copertura, che avrebbe dovuto portare all’uccisione di due capi di al Qaeda (americani) e che ha finito per uccidere anche l’italiano.

La Camera deserta, immortalata da foto che hanno fatto il giro del web, la dice lunga sull’attenzione della politica italiana a quanto accade fuori dal giardino di casa e la capacità empatica di una classe politica sempre più impreparata sui temi relativi a questioni internazionali.

Il ministro degli esteri italiano, ha ripetuto quanto si poteva immaginare: Obama avrebbe avvisato Renzi solo mercoledì sera per telefono, gli Usa hanno impiegato così tanto tempo per avvisare l’Italia della morte di Lo Porto, perché la zona del raid del drone sarebbe impervia e avrebbe richiesto almeno tre mesi di attività per le verifiche necessarie. La «particolare natura dell’operazione antiterrorismo» nella quale è rimasto ucciso Giovanni Lo Porto, ha spiegato Gentiloni, ha richiesto «tre mesi per le necessarie verifiche» prima che Washington potesse informare il governo italiano di quanto accaduto.

«L’esecutivo – ha aggiunto il ministro – ha preso atto delle affermazioni del presidente Usa Barack Obama e prende atto dell’impegno alla massima trasparenza da lui avanzato», mentre ha confermato la stretta collaborazione tra Farnesina e servizi di intelligence per tutto il periodo della prigionia di Lo Porto. «Sin dal primo momento» del sequestro di Lo Porto in Pakistan «il governo italiano ha esercitato la massima pressione diplomatica sulle autorità locali per fare luce sulla vicenda e chiedendo al governo pachistano di istituire, come è stato fatto, un’apposita task force ai cui lavori hanno partecipato regolarmente funzionari presso l’ambasciata italiana a Islamabad».

Il ministro degli esteri ha infine concluso, assicurando «che l’Italia troverà il modo di onorare la memoria di Giovanni Lo Porto»

Ma nella giornata di ieri la vera notizia è arrivata dagli Stati uniti e precisamente dal New York Times. «Dopo aver messo insieme ogni dettaglio sulla vicenda – ha scritto il quotidiano americano – le morti di Lo Porto e Weinstein sono state legate ad un attacco con un drone svoltosi a gennaio. Solo la scorsa settimana l’intelligence Usa lo ha riferito a Obama con quello che hanno definito come “il più alto livello di certezza”. Obama – prosegue l’articolo – ha chiesto quindi che l’episodio venisse declassificato, ma non ha detto niente a Renzi durante la sua visita alla Casa Bianca venerdì scorso». «Quando tutti i preparativi erano stati fatti – ha spiegato il Nyt – Obama ha chiamato Renzi mercoledì per informarlo dell’accaduto. E ha chiamato anche la moglie di Weinstein. Chi è vicino a Obama lo ha definito come uno dei momenti più dolorosi della sua presidenza. È come quando le paure peggiori si materializzano».

Questa versione era stata data anche da Gentiloni, in mattinata alla Camera: «Nel colloquio telefonico con Renzi – ha spiegato Gentiloni – il presidente Usa ha detto che avrebbe reso nota la notizia ai popoli americano e italiano, assumendosene la piena responsabilità».