Vogliono scrivere pubblicamente lo statuto del lavoro autonomo annunciato da Renzi e presente nella legge di stabilità sotto forma di collegato. Per le 20 associazioni del lavoro autonomo professionale «tipico» e «atipico» che compongono la «coalizione 27 febbraio» (il nome allude al giorno del sit-in all’Inps di Roma quando sono stati ricevuti dal presidente Tito Boeri) si tratta di un «atto di cittadinanza». La discussione è una prova generale di scrittura collettiva su uno strumento normativo che potrebbe diventare importante per chi lavora con la partita Iva (e non solo) in Italia avverrà oggi e domani all’atelier Esc in via dei Volsci 159 nel quartiere di San Lorenzo. Previsti quattro tavoli di lavoro su previdenza, fisco, welfare e ammortizzatori sociali e una tavola rotonda con alcuni dei protagonisti dei movimenti dei freelance che hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica la nuova questione sociale: l’assenza dei diritti sociali fondamentali (tutela della salute, maternità e paternità, fiscalità oppressiva e previdenza inqua) per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps e per tutti gli under 45 iscritti agli ordini professionali.

Proponendo una bozza di «statuto del lavoro autonomo», il governo Renzi sembra avere recepito una buona parte delle istanze avanzate da questi movimenti. Ora si tratta di passare ai fatti, nero su bianco. Cosa che vogliono fare associazioni come Acta, gli avvocati delle associazioni M.g.a e Andu, il sindacato dei giornalisti Stampa Romana, gli archivisti Anai e Archim, Ingegneri e Architetti del Comitato delle professioni tecniche, di Iva sei partita e Inarcassa insostenibile, i parafarmacisti Fnpi, il nuovo sindacalismo delle camere del lavoro autonomo e precario (Clap), i movimenti dello Sciopero sociale o gli studenti della Rete della conoscenza. Le informazioni sull’iniziativa «Lo statuto che non c’è» sono sul blog: coalizione27f.info.

Ieri a Roma si è tenuto #Riparteitalia, un evento organizzato dal Colap, il coordinamento delle libere associazioni professionali. «La legge di stabilità parla di lavoro professionale, lavoro autonomo e questo è il prodotto più evidente del nostro lavoro di divulgazione» ha detto Emiliana Alessandrucci presidente Colap. Il responsababile economico del Pd Filippo Taddei ha detto: « Nella legge di stabilità, per i lavoratori autonomi non c’è solo l’intervento sul regime dei minimi che è stato ripristinato e potenziato rispetto a quello preesistente». Questo potenziamento «costa di più», infatti, «c’è stato uno stanziamento di risorse aggiuntive molto importante che supera il miliardo e che è destinato al regime fiscale del lavoro autonomo». Nella legge di stabilità c’è anche il blocco dell’aumento dell’aliquota previdenziale della gestione separata al 27%.

«È il terzo anno che avviene, il blocco però dovrebbe essere permanente» ha detto Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, intervenendo all’iniziativa. «Il blocco per un anno non è sufficiente, ma è una scelta del governo che si basa sulle risorse disponibili ed è già un costo». «Si dovrebbe rientrare in un range tra il 27% e il 24%, all’interno del quale il lavoratore autonomo possa scegliere a quale aliquota aderire, in base alla sua condizione individuale». «Tutto questo ha bisogno di risorse».

*** L’articolo: Non sprecare l’occasione dello statuto del lavoro autonomo