Un focus sul microcosmo ultras attraverso l’analisi dei simboli. In una mostra, 20 quadri, pitture a olio e vernici sulla loro forza comunicativa filtrata dall’arte. Il 19 novembre, alla White Noise Gallery di Roma il vernissage per l’esposizione di Cristiano Carotti Dove sono gli ultras – aperta sino al 22 dicembre -, artista visivo che utilizza varie forme di linguaggio e contaminazione: da Vinicio Capossela a Filippo Timi, sino agli Afterhours (nel processo espositivo c’è il coinvolgimento diretto di Rodrigo D’Erasmo).

Dunque, teschi, pantere alle zebre, ciucci, lupi, altre feticci presenti sulle bandiere o sui banner degli ultras che finiscono su tela, simbologia utilizzata come punto di partenza per cogliere la trasformazione dei tempi, dei modelli diffusi dalla democrazia occidentale. Soprattutto, la sconfitta della razionalità in favore dei riti tribali. Con la ricerca sempre più frequente degli spettri dell’autoritarismo, che spesso si esprime attraverso i simboli. L’artista lavora soprattutto sul sottile nesso tea lo stesso simbolo e gli archetipi, per Carl Gustav Jung principi primitivi che vanno oltre le culture, simboli, forme senza contenuto che aiutano l’uomo nel processo d’individuazione della coscienza. Un passaggio sulla loro relazione quasi simbiotica: il simbolo sfrutta l’archetipo ed al contempo l’archetipo nasce dal simbolo.

Usando il lato più estremo delle tifoserie: «Il comportamento di un tifoso – spiega Carotti – non si discosta da quello militare o di un religioso. Nell’universo degli ultras è palese la connessione tra simbolo e azione, tra immagine e credo. I simboli che compaiono nelle curve degli stadi sono sovente gli stessi che erano in testa agli eserciti nei campi di battaglia o sulle bandiere dei gruppi politici e, stimolano gli stessi comportamenti. Aquile, tigri e diavoli riportati su bandiere, magliette e sciarpe, diventano protagonisti di una serie di eventi che finiscono per trascendere lo scopo per cui sono stati concepiti. Il fenomeno degli ultras si fonda su una serie di rituali e cerimoniali di stampo quasi pagano, che finiscono con il perdere qualunque connessione con la dimensione sportiva che li ha generati: i capi ultras vivono rivolti verso la propria curva, incuranti della partita che si svolge alle loro spalle».

A completare il percorso espositivo della mostra di Cristiano Carotti, anche la scultura Finding Mephistophele – creata tra agosto e settembre alla Halle 14 contemporary art center di Lipsia e ispirata a un’immagine archetipica – L’Ombra –, che racconta il legame tra la stessa Lipsia e il Faust di Goethe.