Orgoglio e sculo. Questo vuol dire tifare Fiorentina. Molta sbruffoneria, tanto ardore ma pure il necessario distacco da quello che rimane sempre e comunque un gioco, anche se il più bel giuoco del mondo.

Un tifo, quello viola, che non ha quindi bisogno di consigli, fatto per consumarsi nei propri ricordi ma non aver rimpianti. Al quale l’editore Fandango propone un manualetto – #finchévivrò (pp. 96, euro 5,90 – redatto da due penne viola ben note nel panorama politico romano: Andrea Bianchi, ex redattore di questo giornale e attualmente alla direzione del gruppo Pd in senato, e Stefano Cappellini, caporedattore centrale del Messaggero. Guardacaso un «romano de Roma» e un catanese; classe 1963 il primo, in tempo per spacciare il ricordo di uno scudetto vinto, e 1974 l’altro, che invece di scudetti ricorda quello «rubato» dalla juve nel 1981-82.

Bei ricordi. Perché è un po’ questo il punto: «Meglio secondi che ladri», come si è letto per anni su ogni mezzo che circolasse per il capoluogo toscano. L’unico d’Italia che vanta l’assenza di uno juventus club. E non perché non esistano anche sotto il cupolone tifosi bianconeri, ma perché quando c’hanno provato è andato in fumo come la sede di Forza Nuova. Forza antica, semmai, di un tessuto sociale e civile stratificato nel corso dell’ultimo millennio e preesistente alla moderne distinzioni politiche.

E pure dimostrazione che il tifoso fiorentino (di Firenze) non è poi così di «genere melò», come scrivono i due autori, che hanno la fortuna di tifare a distanza per la Viola. Vero che «le sconfitte le rivedremmo daccapo». Ma si potesse cambiare il risultato pure barando si farebbe eccome, come insegna quell’animaccia mercantile e laica che si portano nel sangue i fiorentini dai tempi di Dante.

D’altra parte il cosmopolitismo della sua tifoseria la dice lunga sulla Fiorentina: l’unica squadra che, come si scomoda a rilevare Ilvo Diamanti, con un milione e 300 mila molto spasimanti e raramente amanti supera la soglia del 3% di tifoseria dopo le solite tre a strisce, Roma e Napoli. Ma così è. Perché la Fiorentina è una delle poche squadre a aver giocato le finali di tutte le coppe europee; prima italiana a giocare e perdere la Coppa dei Campioni col Real.

E molte altre cose ancora, compreso il fallimento e precipizio in C2, che hanno un tifoso in ogni paese d’Italia e pure in Australia. Senza un perché. O forse, come dice qualcuno, perché in ogni paese c’è un matto. E tifa giustamente Viola. Per i fiorentini che invece volessero discuterne con gli autori, l’appuntamento è per martedì 16 settembre alle 18 presso la libreria Feltrinelli, in via de’ Cerretani 30/32.