La terra tra l’Umbria e le Marche non smette di tremare. Ieri a mezzogiorno lo sciame ha toccato il suo picco giornaliero con una scossa da 3.8 in provinia di Macerata, il conto finale parla i 23.300 repliche del terremoto del 24 agosto, di cui 3.300 nell’ultima settimana. In questo clima proseguono incessanti i sopralluoghi per verificare lo stato di fragilità degli edifici. Tra questi è stato verificato dai tecnici dell’Università di Pavia l’ospedale di Amandola, in provincia di Fermo. La struttura è stata classificata sotto la lettera E, che vuol dire «edificio temporaneamente inagibile», a causa delle lesioni riportate dopo le scosse degli ultimi dieci giorni. Così, nella mattinata di ieri, il sindaco Adolfo Marinangeli ha firmato l’ordinanza di sgombero. Dopo la scossa di fine agosto, comunque, ad Amandola non ci sono più pazienti, quindi ad andare via è stato soltanto il personale medico e paramedico, oltre ovviamente alle varie attività ambulatoriali e ai macchinari.

Per cercare di garantire comunque il presidio sanitario di zona – sedici i letti disponibili -, il presidente della regione Luca Ceriscioli, d’accordo con il commissario Vasco Errani, ha provveduto a far montare un tendone dove è sono stati messi pronto soccorso e parcheggio delle ambulanze. Nelle prossime ore si provvederà anche ad allestire quattro moduli per gli ambulatori, la diagnostica, il laboratorio analisi e la radiografia. La settimana prossima, infine, altri moduli arriveranno per riattivare anche l’emodialisi, il laboratorio per la tac e la risonanza magnetica. Il risultato sarà una specie di ospedale all’aperto, l’emergenza dell’emergenza.

Dopo la crisi sismica di agosto, l’ospedale di Amandola fu anche al centro di due casi. Il primo prettamente politico, con il sindaco Marinangeli che temeva che la Regione avrebbe approfittato dell’emergenza per chiudere definitvamente la struttura, antica questione molto dibattuta da queste parti anche in epoca pre-terremoto. Centinaia di persone, all’indomani del terremoto di fine estate, sfilarono sotto la pioggia nel paese contro questa eventualità che, ad ogni buon conto, da Ancona hanno sempre smentito, sia pure in maniera non sempre convincente. Il secondo caso era di carattere giudiziario. Il sostituto procuratore di Ascoli Umberto Monti aveva disposto accertamenti sulle parti crollate nell’ambito dell’inchiesta aperta due mesi fa, ancora oggi priva di indagati e di ipotesi di reato.
Nella mattinata di ieri, poi, ad Arquata del Tronto si è fatto vedere Diego Della Valle, che ha firmato il contratto per la realizzazione, entro un anno, di un nuovo stabilimento della Tod’s nella zona di Pescara del Tronto, operazione annunciata in pompa magna tre settimane fa dal presidente del consiglio Matteo Renzi durante un suo tour nelle zone terremotate a cavallo tra le Marche e il Lazio.