«Nel Pd non mancheranno le discussioni, noi non andiamo di nascosto a inseguire lobbisti». All’assemblea del Pd Matteo Renzi attacca il capo del direttorio grillino Luigi Di Maio per gli incontri avuti con alcuni lobbisti, ma se la prede anche con la sindaca di Torino Chiara Appendino accusandola di avere paura del wi-fi. Parole che provocano la reazione dello stesso Di Maio, che difende anche la sindaca di Roma Virginia Raggi dall’accusa di aver fatto poco o niente nel mese trascorso dalla nomina e per le sue consulenze con la l di Civitavecchia: «Silenzi imbarazzati e palla in tribuna su avviso garanzia Raggi da Direttorio M5S. E ora che si fa? Epurata? Espulsa? #omertàomertà», ha infatti twittato la deputata Pd Alessia Rotta. Furiosa la replica di Di Maio: «A giudicare dagli attacchi del Pd, sembra che loro siano all’opposizione del Paese e noi al governo. Tra un po’ ci incolperanno anche delle troppe tasse in Italia», ha detto i vicepresidente della camera, che poi se l’è presa con i giornalisti che, suo dire, «ogni giorno incolpano Virginia Raggi di non aver già risolto in un mese, i problemi di 20 anni di ’magna magna’ romani. Invece di raccontare che in 20 giorni la nostra giunta ha già trovato 70 milioni di euro di spese fantasma nel bilancio capitolino».