L’indiscrezione su un nuovo blocco biennale delle buste paga degli statali ha fatto esplodere i sindacati: «Il Presidente del Consiglio e il ministro Madia chiariscano immediatamente che ciò su cui sembra si stia lavorando nell’ombra dei corridoi di Via XX Settembre non appartiene all’iniziativa del governo e che non c’è nessuna ipotesi di ulteriore blocco della contrattazione. In assenza di ciò è del tutto evidente che la reazione sarà fortissima e che la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva avverrà in un clima incandescente» hanno scritto ieri Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa).

La stangata ieri non è stata smentita né da un tweet di Renzi impegnato in Iraq né da una presa di posizione del ministro della funzione pubblica. L’unico ad avere smentito ieri è stato il vice-ministro Pd all’Economia Enrico Morando che da giorni esclude un intervento sulle pensioni: «La riforma l’abbiamo già fatta». E invita a concentrarsi sulle riforme del lavoro, giustizia civile, fisco e spending review che, tra l’altro, prevederebbe tagli anche a pensioni e sanità.

L’obiettivo non ancora smentito dell’esecutivo sarebbe un risparmio da 4-5 miliardi di euro per puntellare una legge di stabilità 2015 extra-strong da almeno 24 miliardi. Dal 2009 i 3,3 milioni di statali hanno ceduto allo Stato 11,5 miliardi di euro a causa della stretta sugli stipendi. Senza contare che la legge di stabilità approvata dal governo Letta ha prolungato il blocco dell’indennità contrattuale fino al 2017. La tentazione di prelevare risorse dagli statali per puntellare i bilanci dello Stato non è nuova. Così non è nuova la perdita del salario reale pari al 14,6%. La Cgil lo ha quantificato in circa 4 mila euro. A questo bisogna aggiungere anche il blocco del turn-over e l’obbligo di restare al lavoro imposto dalla riforma Fornero delle pensioni.

«Continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici – ribadiscono i sindacati del pubblico impiego – è un errore madornale; una ricetta non solo ormai improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per il governo dei conti pubblici». Di «bubbola agostana» ha parlato ieri l’account ufficiale twitter della Cgil: «Un nuovo blocco biennale dei salari nella P.A. sarebbe inaccettabile». Nel caso in cui la «bubbola» fosse invece vera il Codacons promette di ricorrere al Tar. Tensione anche nel mondo della scuola e della ricerca: «Se ci dovesse essereun nuovo blocco dei salari e del contratto nazionale sarà sciopero in tutti i comparti della conoscenza» sostiene Doemnico Pantaleo (Flc-Cgil).

In questa cornice un impiegato ministeriale con meno di 30 mila euro lordi di stipendio ha perso 2.800 euro lordi. Con il nuovo blocco fino al 2016 arriverebbero a 4mila. Un dirigente di seconda fascia lascerebbe allo Stato 8.900 euro. Un dirigente di ministero 19 mila euro. I docenti universitari perderebbero tra i 4.500 euro e i 9.500 euro. I medici del servizio sanitario nazionale 7.550 euro. Per poliziotti, agenti penitenziari, forestali e vigili del fuoco l’eventuale doppio taglio dovuto al mancato rinnovo del del contratto e al blocco dello stipendio equivale ad una decurtazione di 400-500 euro netti in busta paga. «Una decisione che cozza in maniera clamorosa con le dichiarazioni dei titolari di Viminale e Difesa che hanno promesso e quasi garantito il superamento del tetto stipendiale» affermano i sindacati Sap, Sappe, Sapaf e Conapo riuniti nella Consulta Sicurezza.

Il fronte delle pensioni resta caldissimo. «È il momento di lasciare in pace i pensionati che hanno per il 30% del potere d’acquisto negli ultimi 15 anni – ha detto il segretario generale Spi Cgil Carla Cantone – Non siamo d’accordo sull’intervento sulle pensioni retributive. Ci mobiliteremo, la nostra pazienza è finita. Se il governo cerca risorse le prenda dai redditi alti e non solo da quelli da pensione, ma da tutti i redditi».

L’opposizione alle ipotesi di Poletti si conferma trasversale: per il capogruppo alla Camera Brunetta è una «follia toccare le pensioni più alte». «Siamo tranquilli solo se non si prevede alcun prelievo fino ai 5 mila euro netti mensili – ha ribadito Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera – Mettere in allarme 15 milioni di pensionati che hanno solo la colpa di essere andati in pensione con il calcolo retributivo è una follia».