La certezza di avercela fatta per davvero l’hanno avuta solo quando, alle 4,20 del mattino, il carrello dell’aereo si è finalmente staccato dalla pista dell’aeroporto di Beirut. Solo allora la tensione si è sciolta insieme alla paura che un imprevisto qualsiasi potesse mettere fine al loro sogno.

Un documento non valido, l’impuntatura dei poliziotti libanesi, spesso poco amichevoli verso i profughi siriani, o magari l’arroganza di un parente che, spesso nei confronti delle donne, fa leva sulla sua autorità per impedire la partenza. Non è successo nulla di tutto questo, e così alla fine i 94 profughi siriani e iracheni protagonisti del secondo corridoio umanitario organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle chiese evangeliche italiane e alla Tavola valdese hanno potuto prendere il volo. Destinazione Italia, ma soprattutto una nuova vita che non deve più fare i conti con la guerra e in cui le persone malate possono sperare di trovare le cure adeguate.

«I corridoi umanitari sono una protesta contro la guerra, l’espressione di un’Europa che non alza solo muri ma è capace anche di costruire ponti», ha detto ieri il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi accogliendo a Fiumicino insieme al viceministro degli Esteri mario Giro, al presidente della Fcei Luca Maria negro e a Paolo Naso della tavola valdese i rifugiati (37 dei quali cristiani) provenienti da cinque città siriane: Homs, Damasco, Hama, Aleppo e Hassaka (più quattro dall’Iraq).

Come già successo con i 93 profughi arrivati a febbraio con il primo corridoio umanitario, anche queste famiglie verranno distribuite in Italia in strutture delle tre comunità religiose tra Torino, Milano, Novara, Terni, Frosinone, Potenza, Firenze Acetona e, ovviamente, Roma. Piccoli gruppi per facilitare l’integrazione. La prima cosa, la più urgente, saranno le visite mediche specialistiche per le persone malate. Ci sono bambini colpiti dalla sindrome di Dandy Walker e per questo ciechi e sordi dalla nascita, un altro con una lesione alla spina dorsale. E anche 14 adulti malati o disabili gravi. Ma ci sono anche dieci nuclei familiari composti d donne sole con bambini. Tutti come prima cosa hanno ricevuto una copia della Costituzione italiana in arabo, frequenteranno un corso intensivo di italiano e corsi professionali di avviamento al lavoro.

La speranza adesso è che l’esempio italiano possa essere imitato in Europa e che anche altri Paesi avviino nuovi corridoi umanitari, aumentando così il numero dei rifugiati accolti. «Saremmo lieti se lo facessero, l’Europa non può essere una fortezza spaventata», ha aggiunto Riccardi.

Quello che è certo è che le tre comunità religiose non si fermeranno. Il progetto (che costa 2,5 milioni di euro finanziati con l’8×1.000 alla chiesa valdese e con sottoscrizioni) prevede il trasferimento in Italia di mille rifugiati in due anni. Per giugno è già previsto un terzo viaggio dal Libano, ma non solo. In cantiere c’è infatti l’intenzione di avviare entro settembre due nuovi corridoi umanitari con l’Etiopia e con il Marocco.