Questo discorso si rivolge esplicitamente alla “sinistra” che a vario titolo si occupa di sanità ma anche alla sinistra in generale . Sosterrò tesi sovversive. Uso l’aggettivo «sovversivo» perché oggi il concetto di riforma in parte a causa dei suoi ripetuti abusi semantici in parte perché usato, come nel caso del Job act , per significare il suo contrario, cioè una controriforma, ha perso di pregnanza. «Sovversivo» è un pensiero forte di cambiamento in grado non solo di contrapporsi a delle politiche contro riformatrici ma anche di aggregare un fronte capace di contendere ad esse l’agibilità dello spazio politico soprattutto parlando al mondo dei problemi con delle soluzioni efficaci.

La tesi sovversiva è la seguente : la sinistra rispetto ad un incipiente controriforma della sanità pubblica è inconsapevolmente e implicitamente parte di essa nonostante tenti fieramente di contrastarla perché la sua battaglia di difesa del diritto alla salute è solo apologetica. L’ apologia, azione ovviamente indispensabile e irrinunciabile, secondo la logica sovversiva non riuscendo a parlare al mondo attraverso i suoi problemi finisce per essere regressiva fino ad assumere le forme dell’ariformismo passivo. Contro-riformare e ariformare hanno gli stessi effetti di regressività. Il pensiero sovversivo vuole rimuovere la contraddizione tra controriforma e apologia.

«Ischemia» è una diminuzione parziale o totale di afflusso di sangue in un organo causata da restringimenti definiti «stenosi» , l’«infarto» invece è l’effetto dell’ischemia e dei restringimenti, cioè la necrosi dei tessuti dell’organo non irrorato. Una magnifica analogia per dire che i sistemi sanitari europei sono tutti finanziariamente ischemici e tutti sono affetti da significative stenosi economiche che impediscono di nutrire i diritti dei cittadini con dei servizi, e alcuni di questi sono variamenti infartuati cioè controriformati rispetto a come erano prima. I più emblematici sono la Grecia e la Spagna ma anche in misura diversa Francia, Inghilterra ed altri.

La sanità del nostro paese è sempre più finanziariamente ischemica, con sempre maggiori stenosi economiche, per cui sussiste un forte rischio di infarto, cioè di controriforma.

La sinistra tenta di difendere la sanità pubblica da tale rischio difendendo come può la sanità che c’è, quindi chiedendo più finanziamenti, rivendicando il rispetto dell’art 32, schierandosi contro i blocchi contrattuali, denunciando il malgoverno delle regioni , i tagli al personale mentre i contro-riformisti, giustificati dalla crisi economica, aspettano che sopraggiunga l’infarto per trapiantare al posto del cuore «socialista» un cuore «liberista».

Usciamo di metafora e chiariamo bene il concetto di «ariformismo passivo», non prima di aver definito la differenza che c’è tra «mutamento» e «cambiamento». Il primo è qualcosa di immanente, negativo o positivo, che fa parte della realtà in cui viviamo, esso è di vario genere culturale, economico, sociale, politico ecc. Il secondo anch’esso può essere negativo o positivo ed è la risposta politica che si dà al mutamento. In genere in sanità mutamento e cambiamento sono in contraddizione. Esempio: a fronte di profondi mutamenti che riguardano la domanda sociale di salute restano sostanzialmente invariate le forme dell’offerta in termini di servizi, formazione, prassi professionali. Contro riformismo e ariformismo rispetto a ciò che muta sono semplicemente due forme diverse di evitamento della realtà.

Il governo risponde, a modo suo, a dei mutamenti, quelli in genere riassunti nell’espressione ambigua di «sostenibilità» con delle politiche contro riformatrici, cioè con un certo genere di proposte a loro modo sovversive, la sinistra si contrappone a tali politiche difendendo la sanità pubblica ma con ciò assumendo quale orizzonte politico solo quello dei cambiamenti proposti dal governo.

La sinistra in pratica non risponde al genere di cambiamenti proposti dal governo con un altro genere di cambiamenti e quindi è priva di una qualsiasi proposta sovversiva.

La mia idea è che davanti ad una proposta sovversiva di controriforma non si può vincere senza una proposta sovversiva di riforma.
Le controriforme vincono perché non hanno avversari convincenti. A fronte di certi irriducibili mutamenti se la controriforma del governo è la risposta di destra quale è quella di sinistra?

I mutamenti che investono la sanità vengono da lontano e iniziano a partire dal secondo dopoguerra, sono tanti ma il più importante è quel sistema di variabili che definisce i rapporti tra etica ed economia quelli tanto per capirci inscritti nell’idea ottocentesca e novecentesca di welfare. Oggi il mutamento con il quale fare i conti riguarda la forma di questi rapporti che sono diventati da una parte spietatamente gerarchici (prima il limite economico poi i diritti ) dall’altra fortemente competitivi (risorse contro diritti ). A questi mutamenti tanto strutturali che sovrastrutturali, per rifarci a Marx , il governo risponde con la controriforma, come risponde la sinistra? Per rispondere alla crisi dei rapporti tra risorse e diritti è necessario fare i conti con i mutamenti che l’hanno determinata e che per loro natura riguardano e investono tutto il sistema sanitario. Quindi quale medicina? Quale lavoro? Quali operatori? Quali contratti? Quali diritti? Quale sistema sanitario? Quale governo della sanità? Quale moralità pubblica? Quale universalismo? Quale tutela?

Si ha «ariformismo passivo» quando a queste domande non si dà una risposta, quindi quando non si è in grado di fare i conti con il mutamento. A queste condizioni, come dimostrano le ischemie finanziarie della sanità europea, non c’è partita: vince l’unica proposta sovversiva che è in campo che è quella contro-riformatrice, cioè l’infarto.

Conclusione: alle proposte sovversive del governo di contro-riforma dovremmo contrapporre proposte sovversive di riforma del tipo: riscrivere l’art. 32 (vedi il manifesto del 12 dicembre 2014), ripensare radicalmente l’idea novecentesca di tutela, quindi il lavoro e le sue prassi , il sistema dei servizi e le politiche per la salute ecc. Subvertere vuol dire letteralmente «volgere dal basso all’alto», cioè mettere «sotto/sopra».
Quindi basta apologie. Per difendere davvero la sanità pubblica dalla contro riforma non c’è altra soluzione che metterla «sotto/sopra» cioè costruire un’altra idea di sanità pubblica.