A sinistra c’è vita se si investe con generosità e lungimiranza su un progetto politico unitario senza esitazioni e personalismi. Tra i nani della attuale sinistra , chi è meno nano deve fare lo sforzo maggiore.

Lo spazio politico è enorme. La linea tardoblairista di Renzi deve ogni giorno strappare con la storia e l’identità della sinistra, a partire dal suo legame con la Cgil come paradigma del fondamento costituzionale sul lavoro della Repubblica, e dalla centralità del Parlamento rispetto all’esecutivo che si vorrebbe capovolgere con una pessima riforma costituzionale e una incostituzionale legge elettorale.

Non emerge una alternativa di sinistra anche perché l’antipolitica e il populismo giudiziario alimentano un sentimento popolare antisistema che il M5S e la Lega coniugano con raro cinismo con i problemi dell’immigrazione, della sicurezza, della paura del futuro nel tempo della recessione e di una nuova spaventosa disuguaglianza sociale che colpisce soprattutto le giovani generazioni.

La sinistra non ha un nocchiero, cioè una soggettività politica in grado di dare un senso a questo tempo così complesso e ingiusto. E dunque dobbiamo muoverci presto e bene. Di false partenze ce ne sono state varie. Evitiamo errori di personalismi, vecchi rancori e velleità leaderistiche che oggi sono particolarmente patetiche e scoraggiano la partecipazione. Non è semplice mettere insieme persone, storie, culture, movimenti, pratiche relazionali, nel segno della partecipazione e del pluralismo.

Ma non vi sono alternative ad un progetto che parta dal basso e favorisca nuove idee e passioni politiche. Più che pensare a chi starà nel quartier generale, immaginiamo percorsi diversi che fanno maturare a valle i nuovi e pluralistici gruppi dirigenti della nuova sinistra senza rendite di posizione per nessuno.

Da giovane ho militato nel Manifesto e nel Pdup, il nostro orizzonte era la rivoluzione nella parte più avanzata del capitalismo, parlavamo di maturità del comunismo, oggi, fermo restando la nostalgia (che è un grande sentimento politico che può anche muovere le montagne) più realisticamente parliamo di una idea di riformismo di sinistra in grado di coinvolgere milioni di persone su una sfida di governo, come sta facendo Syriza in Grecia e, speriamo presto, anche Podemos in Spagna.

Il tema delle alleanze riveste grande importanza e anche in Spagna Podemos si è mossa pragmaticamente per governare Madrid e Barcellona, e le varie regioni spagnole. Così in Italia il rapporto con il Pd è dirimente. E’ evidente una distanza radicale dalle politiche del governo Renzi che si collocano nel solco dell’austerità e aggiungono anche un pericoloso assalto alla Costituzione e ai suoi sapienti equilibri. Ma il Pd è qualcosa di più complesso, sono anche i territori in cui vivono ancora pratiche unitarie nei Comuni e in alcune Regioni, è la radice culturale che coinvolge ancora milioni di elettori che vedono di buon occhio l’unità del centrosinistra.

Non esiste una ricetta miracolistica (mai col Pd o sempre col Pd), occorre ragionare sulle idee, sui programmi che riguardano il lavoro, le pensioni, la sanità, l’immigrazione, l’Europa, le riforme costituzionali. Sui contenuti si misurano le convergenze, le alleanze tattiche, i progetti eventuali di governo del Paese o di comunità territoriali. La straordinaria esperienza della Milano di Giuliano Pisapia è il miglior biglietto da visita di una sinistra vera e di governo.

Allo schematismo settario del M5S che rifiuta alleanze dobbiamo preferire il metodo del confronto nel merito dei problemi, consapevoli che in Italia anche quando l’onda delle lotte operaie e studentesche era alta, la nuova sinistra non è mai riuscita a conquistare consensi tali da mettere in discussione l’egemonia dei partiti tradizionali di sinistra.

Oggi ci aiuta un fatto inedito : il Pd presidia il centro politico e sociale e ha scelto il New Labour 20 anni dopo. E dunque a sinistra c’è una prateria che chiede però risposte convincenti, serie, popolari, democratiche e di governo. Non una nuova sinistra arcobaleno che cambi tutto per non cambiare niente.

E allora con coraggio e fantasia costruiamo il futuro della sinistra italiana rimettendoci tutti in discussione in un processo costituente veramente democratico e partecipativo.
*Deputato di Sel