Tentato omicidio o no? A 10 giorni dal fallito golpe turco, un altro regime regionale avrebbe rischiato di veder saltare la testa del dittatore. La notizia di un piano per assassinare il presidente golpista al-Sisi, si era fatta strada nelle scorse ore su alcuni media egiziani.

Pochissimi, se non inesistenti, i dettagli: secondo quanto riportato per prima dall’agenzia privata al-Masry al-Youm, l’ufficio del presidente avrebbe ricevuto nei giorni scorsi «informazioni credibili» sull’esistenza di un piano per eliminare al-Sisi in Mauritania, dove avrebbe dovuto recarsi ieri per il meeting della Lega Araba.

Non è andato, aggiunge l’agenzia, proprio per schivare la trappola. A sostituirlo il premier Ismail. Alle voci il Ministero degli Esteri non ha reagito, ma nel pomeriggio di ieri è giunta la smentita del portavoce della presidenza: nessun complotto per uccidere al-Sisi, il secco commento di Alaa Yousef.

Restano i dubbi: la smentita potrebbe servire ad evitare un indebolimento di un presidente che sul potere totale ha costruito la sua strategia politica. Insomma, difficili da gestire gli effetti su un’opinione pubblica duramente colpita dalle campagne repressive interne. O effettivamente nessun complotto era nell’aria e la voce fatta girare potrebbe servire, al contrario, a rafforzare la figura di al-Sisi, fingendolo sotto attacco.

L’ufficio della presidenza non ha comunque spiegato perché all’ultimo minuto al-Sisi abbia deciso di unirsi alla Lega Araba: all’ordine del giorno c’erano temi centrali per la regione tra cui l’attuale crisi libica in cui Il Cairo ha ampiamente messo le mani e la questione palestinese, anche questa molto vicina all’Egitto che si è recentemente proposto come mediatore di un improbabile negoziato con Israele.

Di certo quelle della Lega Araba non sono riunioni decisive ai fini delle strategie comuni, buona parte delle quali avvengono dietro le quinte. Ma si trattava di un summit particolare perché passaggio di consegne tra presidenze: da quella dell’Egitto in carica nel 2015 a quella della Mauritania.