Martedì pomeriggio il «Guardian» ha pubblicato una lettera aperta ai leader europei sul caso greco: «Angela Merkel deve agire subito per la Grecia, la Germania e il mondo».

Ne citiamo qui un breve passaggio.

«(…) Negli ultimi anni la serie dei cosiddetti programmi di aggiustamento inflitti alla Grecia e agli altri paesi è servita solo a innescare una Grande Depressione mai vista in Europa dal 1929-1933.

La medicina prescritta dal ministero delle finanze tedesco e da Bruxelles ha dissanguato il paziente, non curato la malattia.

Esortiamo la Cancelliera Merkel e la troika a prendere in considerazione una correzione di rotta per evitare ulteriori catastrofi e consentire alla Grecia di rimanere nella zona euro.

[do action=”citazione”]Al governo greco è stato chiesto di mettersi una pistola alla tempia e premere il grilletto.[/do]

Purtroppo, il proiettile non ucciderà solo il futuro della Grecia ma anche quello dell’Europa. Il danno collaterale ucciderà la zona euro come faro di speranza, democrazia e prosperità, e potrebbe portare a conseguenze economiche di vasta portata in tutto il mondo.

Nel 1950 l’Europa è stata fondata su un condono dei debiti pregressi, in particolare della Germania, che ha contribuito in modo enorme alla crescita economica del dopoguerra e della pace. Oggi abbiamo bisogno di ristrutturare e ridurre il debito greco, dare respiro all’economia e consentire alla Grecia di sopportare un peso ridotto del debito per un più lungo periodo di tempo.

Ora è il momento per un ripensamento umano del programma punitivo e fallito dell’austerità degli ultimi anni e per accettare una forte riduzione dei debiti della Grecia, in combinato disposto con le riforme tanto necessarie a quel paese. Il nostro messaggio alla Cancelliera Merkel è chiaro: la invitiamo a compiere subito questo vitale passo di leadership, per la Grecia, la Germania, e anche per il mondo.

La storia ricorderà le azioni avviate in questa settimana.

Ci aspettiamo e contiamo su di lei per avviare i passi verso la Grecia, coraggiosi e generosi, che serviranno all’Europa per le generazioni a venire».

Thomas Piketty (Paris School of Economics), Heiner Flassbeck (ex ministro delle finanze della Germania federale), Jeffrey Sachs (Earth Institute Columbia University), Dani Rodrik (Ford Foundation e Harvard Kennedy School), Simon Wren-Lewis (University of Oxford)