Da Bologna parte il progetto di centrosinistra lanciato da Giuliano Pisapia. «Un campo progressista che non farà da stampella a nessuno», assicura l’ex sindaco di Milano. Con lui il sindaco di Bologna Virginio Merola, quello di Cagliari Massimo Zedda, Gianni Cuperlo, Sandra Zampa e Andrea De Maria del Pd. Una rete di relazioni, deputati, senatori ed eletti negli enti locali che, spiega Pisapia, «sappiano decidere del futuro del Paese, perché possa governare una coalizione progressista, capace di fare riforme e di dire, ad esempio, che il jobs act ha elementi positivi, ma altri negativi».

Di fronte a oltre 400 persone si svela sotto le Due Torri il progetto di Pisapia, anima di quell’ondata arancione che portò sindaci di centro sinistra alla conquista delle grandi città. In platea tanta classe politica, molti over 50, ma non solo. Rispetto agli anni dei sindaci arancioni politicamente è passata un’era, sono arrivati Renzi e il renzismo che sembravano poter rottamare tutto. E invece, con l’eccezione di De Magistris che ha scelto altre strade, eccoli qui a riprovarci a rimettere assieme Pd e campo della sinistra. Sindaci ed ex sindaci convinti, dice ancora Pisapia, che «sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci differenziano». «Quello che oggi ci chiedono in tanti non è un nuovo partito – spiega Pisapia applauditissimo – è una casa comune, fatta di cuore, passione, ma anche della capacità di fare e non solo di dire».
L’incontro di Bologna sarà il primo di una serie, «e per prima cosa dovremo trovarci per discutere di lavoro – dice il dem Merola – perché io ai referendum della Cgil voterò sì, ma prima di arrivare alla conta si può provare a correggere quello che non va in parlamento».

A guardarlo applaudendo c’è l’ex segretario della Cgil Emilia-Romagna Vincenzo Colla, da pochissimo entrato nella segreteria nazionale di Susanna Camusso. «Vogliamo creare un grande movimento dal basso per cambiare il paese nel nome della giustizia sociale», dice sul palco il dirigente del Pd Andrea De Maria, che il 4 dicembre ha votato Sì ma si dice consapevole che tra il pubblico «ci sono molte persone che hanno votato No».
Ad esempio i tanti amministratori locali di Sel che hanno deciso di conservare l’alleanza col Pd, magari aspettando tempi migliori. «Sono un compagno senza più partito perché Sel l’abbiamo sciolta», dice il vicepresidente della regione Lazio Massimo Smeriglio. E ricorda che in tutta Italia «anche se qualcuno lo ha voluto rimuovere ci sono coalizione progressiste che governano grandi e piccole città».
«Siamo qui con Merola, Pisapia e Zedda perché quando si sono candidati loro abbiamo vinto – dice Cuperlo – e quando invece siamo andati da soli e ci siamo isolati e abbiamo perso». Cosa potranno fare assieme, Pd e sinistra di Pisapia, lo ricorda la prodiana Sandra Zampa: «A Bologna abbiamo chiuso per primi in Italia quell’orrore che era il Cie», a farlo una giunta guidata da Pd e Sel. «Certo non è più la stagione dell’Ulivo – dice ancora Zampa – Il nostro compito è ora quello di pensare a nuove sfide e costruire un nuovo pensiero: si potrà fare solo con l’unità delle forze del centro sinistra». Ma, sottolinea, «sarà la scelta della legge elettorale a dare una possibilità a questo campo aperto».