Marco Pellitteri, sociologo dei media e dei processi culturali, e Mauro Salvador, dottore di ricerca in Culture della comunicazione, hanno pubblicato per Tunué il volume Conoscere i videogiochi: introduzione alla storia e alle teorie del videoludico. In maniera sintetica ma completa i due autori non ripercorrono solamente la storia del medium videoludico, ma espongono anche le correnti principali all’interno degli studi relativi, prendendo in esame preoccupazioni e polemiche innescate principalmente tra i suoi detrattori.

In particolare segnaliamo qui due ambiti che gli autori sviluppano con particolare attenzione: quello del rapporto tra videogiochi e educazione, inteso anche come rapporto tra l’approccio ludologico e quello pedagogico al medium, e quello del rapporto tra videogiochi e fumetti (tanto più che l’editore è noto soprattutto per le pubblicazioni in tale ambito). Pellitteri e Salvador sottolineano – rispetto al primo – la divergenza tra le due sfere disciplinari tanto che l’approccio pedagogico spesso non sfrutta i risultati delle ricerche ludologiche avanzando solo mediante espressioni apodittiche, frutto più di un malinteso senso comune che di ricerche, come nel caso del giudizio espresso da Anna Oliverio Ferraris sulla pericolosità dei videogiochi per i bambini.

Tali espressioni pure non fondate su ricerche documentate sono riprese dai media generalisti e diffuse aprioristicamente nel dibattito sociale e politico. Le ricerche ludologiche, ma anche il lavoro di pedagogisti e psicologi maggiormente interessati ai risultati che alla visibilità pubblica, hanno ormai raggiunto un notevole livello di approfondimento ma hanno risonanza unicamente all’interno della sfera accademica di riferimento, senza portare giovamento né alla consapevolezza comune, né alla capacità degli educatori – genitori, insegnanti, ecc. – di utilizzare il medium nella loro opera, né di contribuire ognuno con i propri strumenti intellettuali allo sviluppo degli studi. Il merito più grande pertanto di un libro come Conoscere i videogiochi è proprio quello di mettere a disposizione del lettore – non necessariamente quello specializzato, ma anche il semplice curioso – tutte le varie teorie, gli studi, le posizioni teoriche e i risultati delle ricerche, in modo che sia possibile al lettore stesso andare a recuperare i testi, confrontarli ed approfondire la conoscenza in merito.

Il secondo ambito è quello relativo al rapporto fumetto e videogiochi. Fino ad ora a livello di confronto tra i vari media, gli studiosi si sono occupati soprattutto del rapporto tra cinema e videogiochi, sia per evidenziare le reciproche influenze, sia per rimarcare la relativa distanza legata soprattutto all’interattività, tanto centrale (secondo molti ma non tutti) nel medium videoludico quanto completamente assente in quello cinematografico. Per quanto i due studiosi non compiano una disamina approfondita del rapporto limitandosi ad evidenziare in quali modi e casi storie ed elementi tipici della grammatica mediale del fumetto siano ripresi dai videogiochi senza neppure compiere il percorso inverso, ovvero indagare come il medium videoludico ispiri e contamini quello fumettistico, le riflessioni fornite in merito fanno desiderare e sperare per una più ampia futura trattazione. Tanto più in quanto, assai più del cinema, altri media sembrano avere rapporti di parentela con l’espressività videoludica: il teatro, ad esempio, i cui rapporti con gli ipermedia e coi videogiochi è stato indagato da Carlo Infante in Imparare giocando (Bollati Boringhieri, 2000), o la televisione, le cui intersezioni col medium videoludico non risultano ancora analiticamente approfondite. O, appunto, il fumetto, che tende ad acquisire, grazie alle pubblicazioni native digitali, aspetti dell’interattività videoludica.