Non si placano la proteste a Varsavia in corso da venerdì scorso. Una pressione costante, fuori e dentro ai palazzi del potere, che sta mettendo alle corde la dirigenza del partito della destra populista Diritto e giustizia (PiS), fondato dai fratelli Kaczynski. A Cracovia alcuni manifestanti si sono radunati all’ingresso del Castello del Wawel, simbolo della nazione polacca, dove ogni mese il numero uno del PiS Jaroslaw Kaczynski va a deporre dei fiori nella cripta in cui giace il fratello Lech, scomparso durante il disastro aereo di Smolensk.

La scintilla che ha fatto scoppiare la protesta è un provvedimento che mira a limitare l’accesso dei giornalisti ai locali del Sejm, la camera bassa del parlamento polacco. Ed è proprio lì fuori che si è concentrata la contestazione in questi quattro giorni, nonostante il gelo, con i manifestanti che continuano a bloccare l’accesso al palazzo. Il nocciolo duro dei manifestanti è rappresentato dai militanti del Comitato per la Difesa della Democrazia (Kod). «Continueremo a scendere in piazza fino a quando non smetteranno di distruggere il nostro paese», ha rilanciato l’attivista e leader del Kod Mateusz Kijowski.

Una protesta a oltranza che ha coinvolto anche una ventina di esponenti dell’opposizione, che bloccati all’interno del palazzo, hanno fatto di necessita virtù occupando giorno e notte le sale del parlamento. I militanti del Kod hanno poi portato la protesta anche di fronte alla sede del Tribunale costituzionale in una giornata simbolica che coincide con la fine del mandato del presidente della corte Andrzej Rzeplinski. Da più di un anno il Tribunale costituzionale polacco è paralizzato da un conflitto istituzionale scatenato dal PiS che continua a rifiutarsi di stampare le sentenze della corte.

Una crisi che resta tutt’oggi irrisolta nonostante le continue reprimende al governo polacco da parte della Commissione di Venezia e dell’Unione Europea. Con la fine del mandato di Rzeplinski, il partito di Kaczynski avrà strada libera: il PiS non dovrà più preoccuparsi di reintegrare i 3 membri della corte eletti durante il governo precedente dalla formazione di centro-destra Piattaforma civica (Po) del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Di certo non è stata la prima grande manifestazione contro la maggioranza quest’anno ma adesso la protesta si è estesa anche a città di medie dimensioni come Stettino e Bialystok. Il PiS si ritrova quasi con le spalle al muro. Ecco perché il Sejm si prepara ad approvare una nuova legge che limiterà gli assembramenti pubblici.