«A Pompei ancora segnali positivi»: il ministro Dario Franceschini dispensava ottimismo ieri all’inaugurazione della Palestra Grande di età augustea, dove hanno trovato collocazione gli affreschi ritrovati nel 1959, durante i lavori della Napoli – Salerno, a Moregine. Venerdì scorso la Soprintendenza ha riaperto al pubblico, dopo gli interventi di restauro, la Basilica del II secolo a.C. e il Tribunale. Domenica è stata la volta dei nuovi ambienti di Villa Arianna a Stabia.

Il 2014 è stato un anno record per Pompei (2.668.178 visitatori), nei primi sei mesi di quest’anno gli incassi sono già a più 21%. E d’estate cresceranno ancora. Ieri pomeriggio il ministro e il governatore campano si sono poi spostati a San Tammaro per siglare la nascita della fondazione per il Real Sito di Carditello voluta da Massimo Bray, più volte minacciato per questo dai clan casertani. Franceschini ha bacchettato ancora i sindacati Fp-Cisl, Filp e Unsa, che il 24 luglio avevano bloccato per un’ora e mezza l’accesso dei turisti agli scavi: «Ci si deve preoccupare che un servizio essenziale continui a essere erogato. Sennò si fa un atto contro il Paese e contro la credibilità dei sindacati».

Il Grande Progetto Pompei, cofinanziato dall’Ue, viaggia a pieno ritmo: 105 milioni stanziati da spendere entro dicembre, 130 milioni messi a bando (anche se per ora la spesa effettiva è ferma a 13), la disponibilità di Bruxelles a investire nuove risorse per i prossimi anni. Un affare. Anche Matteo Renzi ieri dal Giappone ha commentato: «Pompei è un luogo straordinario, da dove si vede il futuro».

Il futuro per ora prevede ditte edili per i restauri, ampliamento dell’offerta con appena 136 custodi, 20 a turno, che da nove mesi non percepiscono i festivi perché il ministero dell’Economia ritarda i pagamenti, come denuncia la Cgil-Fp. Dieci anni fa i custodi erano 240, il blocco delle assunzioni li sta decimando.

La soluzione del governo è Ales spa: società in house del Ministero dei Beni culturali, è stata costituita nel 1997 per accompagnare alla pensione Lavoratori socialmente utili che non potevano essere stabilizzati. Erano 1.900 circa, una parte venne girata in società private in cambio di appalti pubblici, una parte andò in prepensionamento, 320 vennero assunti in Ales con lo scopo di privatizzarla entro cinque anni. Oggi è controllata al 100% dal Mibact, il personale è salito a 634 (di cui 368 in Campania e 171 in Lazio) e lavora solo con commesse pubbliche ma con le mani libere, come un privato.

A Pompei 30 custodi li ha mandati Ales, come pure giardinieri, fabbri e muratori. L’anno scorso vennero assunti in corsa attraverso Adecco, che ci ha guadagnato la commessa in cambio di contratti interinali di soli 4 mesi. Il personale della Soprintendenza ha il contratto della funzione pubblica, i lavoratori Ales quello dei servizi: i primi fanno 6 ore e 20 per cinque giorni; loro 11 ore di fila a giorni alterni e per le pause si organizzano con il funzionario Ales, che li controlla. La busta paga non è alta (per i custodi è di circa 1.100 euro) però la Spa ha molte uscite.

Una sede a Roma e una Napoli, nel bilancio 2014 ad esempio si legge: 103.148 euro per spese legali (erano 319.402 nel 2013); 162mila euro di commissioni alle agenzie di lavoro interinale; 108.793 euro per l’amministratore e il collegio sindacale. La spa ha persino incassato un dividendo di 875.062 euro. Tutti soldi arrivati da enti pubblici per lavori per cui non si assume più. In discussione al ministero ci sono le prossime piante organiche: nel 2016 per coprire Pompei, Ercolano e Castellammare di Stabia (più 20 comuni dell’area) sono previsti 260 custodi.

Niente concorsi, ci pensa Ales. A giugno il parlamentare 5S Luigi Gallo ha presentato un’interrogazione a Franceschini: il 17 febbraio sulla pagina «Bandi di gara e contratti» del sito web della società sono apparse richieste di incarichi «tutti con procedure di acquisizione in economia, dalle ore 10:09 alle ore 11:21. Nell’intervallo di 72 minuti da parte di Ales spa sono stati aggiudicati tre incarichi mediante affidamento diretto, tutti per “lavoro a tempo determinato” e facenti riferimento allo stesso periodo (1/2- 30/4/2015) a favore di tre società: Kelly Services, Articolo 1 e Etjca Spa». L’importo per ciascuna pari a 39mila euro (a 40mila scatta l’obbligo della gara pubblica). «Il governo – commenta Gallo – spende soldi pubblici per una società che ne fa un utilizzo spregiudicato. Il Mibact non può navigare a vista con precari sotto ricatto della politica».