Se le terre dell’Arneo finirono sulla ribalta della cronaca nazionale dei primi anni ’50 per l’affrancamento dal latifondo delle masse contadine, oggi che sono terre di eccellenza nel settore vitivinicolo fanno parlare di sé per l’assegnazione dell’ambito Premio Terre del Negroamaro.

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La manifestazione si svolgerà stasera a Guagnano (Lecce), uno dei paesi del comprensorio dell’Arneo dove si produce appunto il vino Negroamaro. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Fernando Leone, organizzatrice dell’evento, ha voluto attribuire il premio al primo cittadino di Verona Flavio Tosi, leghista. E subito il termometro dell’estate è salito vertiginosamente surriscaldando mezzo Salento in una polemica andata avanti per oltre un mese, mentre il sindaco di Guagagno spiegava così la scelta di Tosi: è il risultato di un’operazione di marketing, del rapporto con la città veronese tessuto dalle aziende vitivinicole pugliesi e della promozione del comparto enologico – voce primaria dell’economia salentina – alla vetrina internazionale di Vinitaly che si svolge a Verona.
I primi a prendere le distanze sono stati i consiglieri d’opposizione alla giunta di centrodestra. Il Pd leccese, il coordinamento regionale di Sel e il senatore Dario Stefàno (che correrà alle primarie per la scelta del candidato governatore del centrosinistra) hanno avversato la scelta del riconoscimento al sindaco di Verona. Dai cittadini di Guagnano è anche stato costituito un comitato per contestare la decisione, il «Negroamore».

E ancora: alcuni artisti invitati a partecipare come ospiti alla serata del Negroamaro hanno dato forfait. La cantante Paola Turci ha spiegato di non voler condividere il palco con «una persona su cui grava una condanna per propaganda razzista». E anche Nabil Salameh dei Radiodervish – cantautore palestinese che avrebbe dovuto ricevere il Premio speciale per la pace dal Gal (Gruppo d’azione locale) Terra d’Arneo – e il gruppo Salento all stars hanno deciso di non prendere parte alla premiazione.

L’amministrazione di Guagnano aveva inoltre deciso di apporre alla manifestazione del Negroamaro il marchio No Tap, sponsorizzando l’omonimo comitato ambientalista con una somma di denaro (modesta: 400 euro) nella campagna condotta contro il gasdotto Tap che, attraversando l’Adriatico, farebbe approdare nella località turistica di San Foca il gas dell’Azerbaigian. Ma anche i No Tap alla fine hanno rinunciato a presenziare al Premio e pure ai 400 euro. Spiegando di voler rifuggire da qualsiasi «pretesa identitaria».
La querelle agostana ha spopolato nel Salento. Fino a questa sera, quando alla fine Flavio Tosi potrebbe avere praticamente tutto il palco per sé.