È durata 48 ore e 70 chilometri la fuga di Jaber Albakr, 22enne di Damasco sospettato di preparare un attentato terroristico in un aeroporto tedesco. Ad «arrestarlo» domenica a Lipsia è stato un altro siriano: l’«amico» a cui aveva chiesto aiuto. Da qui il «danke alla comunità siriano-tedesca» della cancelliera Angela Merkel, più che riconoscente per l’«indispensabile collaborazione» della rete islamica della Sassonia.

Finisce così l’incubo per Chemnitz, città di 243 mila abitanti al confine con la Repubblica ceca dove sabato pomeriggio era stato sequestrato un etto di esplosivo ad alto potenziale. Ma la caccia all’uomo aveva “blindato” l’intera Germania nel fine settimana. «Albakr si è incontrato alla stazione di Lipsia con un connazionale, che prima si è offerto di ospitarlo nella sua casa a Paunsdorf e poi lo ha legato, prima di chiamare la polizia» conferma Tom Bernhardt, portavoce delle forze dell’ordine della Sassonia. La cattura di Albakr disinnesca anche il “caso” politico pronto a scoppiare a beneficio della destra populista: il giovane aveva lo status di rifugiato dal 2015. Ma fa deflagrare i dubbi sull’efficienza della polizia tedesca, a partire dalle teste di cuoio che hanno fatto irruzione nell’appartamento del siriano.