Un appello «alla responsabilità e alla trasparenza» è arrivato ieri ai presidenti dei circoli e ai militanti Pd alla vigilia delle primarie di domani con cui sarà scelto lo sfidante del governatore uscente, Stefano Caldoro. Mittenti il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini e il segretario regionale, Assunta Tartaglione. Ieri, durante la presentazione dei tre candidati rimasti in gara (il sindaco decaduto di Salerno Vincenzo De Luca e l’eurodeputato Andrea Cozzolino per i democrat, Marco Di Lello per il Psi), la dirigenza campana ha provato più volte a introdurre il concetto di «festa della democrazia e della partecipazione» salvo poi ammettere che si respira un clima da «strategia della tensione alimentata da autorevoli esponenti del nostro stesso partito».

Il riferimento è all’eurodeputato Massimo Paolucci, che ha annunciato l’addio al Pd accusando Cozzolino di organizzare la scalata a Palazzo Santa Lucia con truppe cammellate di ex cosentiniani. E anche al deputato Guglielmo Vaccaro, che si è autosospeso: acerrimo rivale di De Luca, ha messo nero su bianco di preferire l’attuale governatore ai colleghi di partito.
Matteo Renzi, parlando ieri con una deputata campana che lo rassicurava sulle primarie, non ha resistito alla battuta: «Se le fate bene stavolta ci sorprendete». Massimo D’Alema, a margine di un convegno, se l’è presa con l’inerzia della segreteria nazionale chiedendo l’introduzione dell’anagrafe degli elettori, per poi aggiunge: «A Napoli abbiamo già perso il comune. Abbiamo già avuto una vicenda sgradevole in Liguria. Le primarie senza regole diventano un fattore di lacerazione e qualche volta di inquinamento delle decisioni». Facile prevedere un lunedì di polemiche così e domani arriveranno da Roma gli «osservatori». «Non saranno primarie blindate – promette Tartaglione – del resto non siamo il Viminale». Per evitare un «eccesso» di elettori cinesi, come nel 2011, immigrati e minorenni dai 16 anni in poi si sono preregistrati e gli ammessi sono solo una cinquantina. Ma tutti aspettano ugualmente il peggio, del resto i seggi sono stati allestiti anche in posti originali come alberghi, ristoranti e una sede di Fratelli d’Italia (poi cancellata dalla mappa dei gazebo). «La disinformazione ha regnato sovrana – ha sbottato ieri Di Lello – e forse a qualcuno dispiace che le primarie si facciano». In contemporanea però, nella sede napoletana di Idv, Nello Di Nardo spiegava: «Noi crediamo nelle primarie ma non in quelle che si faranno in Campania». Curioso, ha ribattuto la segretaria regionale, «fino all’altra sera non la pensava così».

Al tavolo dei candidati ieri mancava De Luca per impegni già presi: era a una iniziativa elettorale a Bagnoli, una distanza fisica che racconta di una spaccatura con il partito che gli ha chiesto più volte di ritirarsi, dopo la sospensione scattata con la legge Severino. Non c’era naturalmente Gennaro Migliore, ritiratosi giovedì: perso l’appoggio dei capi corrente locali, il premier Renzi potrebbe rimetterlo al lavoro a Roma per cercare una linea di dialogo con la fronda sinistra interna. Così i bookmaker danno per favorito Cozzolino che, infatti, disegnava ieri scenari economici: già fissato un appuntamento con la commissaria ai fondi comunitari per discutere di un piano da 10miliardi in 10 anni. L’ex assessore regionale alle Attività produttive e pupillo di Antonio Bassolino sulle accuse di voto inquinato non fa una piega: sciorina l’elenco dei responsabili del suo staff per ogni settore invitando a contattarli per informazioni e procede spedito a raccogliere voti tra i nemici di Caldoro.
Tra i supporter di Nicola Cosentino, il senatore di Vincenzo D’Anna è considerato un fiancheggiatore del Pd: «È miserevole chiamare in causa persone che sono estranee ai fatti della politica per evidenti motivi contingenti», ha detto ieri. Il motivo contingente di Cosentino è il carcere.