Oggi il Sole 24 ore non sarà in edicola per uno sciopero deciso ieri dall’assemblea dei redattori del gruppo contro il piano «lacrime e sangue» annunciato – esattamente con queste parole – dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia per salvare il quotidiano che, si è scoperto, attraverso una serie di sconsiderate operazioni finanziarie e commerciali, ha accumulato 50 milioni di deficit nei primi sei mesi dell’anno.

I giornalisti si oppongono a risolvere il grave ammanco nel bilancio, che mette seriamente a rischio la stessa sopravvivenza delle testate – non solamente il Sole ma anche l’agenzia Radiocor e Radio24 -, con un piano di licenziamenti e riduzione del costo del lavoro. Chiedono all’azionista di maggioranza, Confindustria, un piano industriale di forte rilancio del gruppo, con investimenti importanti sulla radio. L’assemblea dei redattori ha affidato ai rispettivi Cdr – i comitati di redazione, il sindacato interno – un pacchetto di 5 giorni di sciopero e altre iniziative di agitazione.

Non è stato ancora accertato con precisione come si sia generato un buco di bilancio così mastodontico – si vocifera di un falò di 350 milioni in dieci anni – e la procura di Milano ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di falso in bilancio e aggiotaggio.

La redazione ha addossato le responsabilità sul direttore Roberto Napoletano, nominato nel 2011 dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, e sfiduciato da un voto redazionale a ottobre, quando lo scandalo è emerso, ma rimasto al timone, essendo il voto non vincolante per gli editori.

Nel frattempo il cda non è più presieduto da Gabriele Del Torchio – nominato a giugno e che si è trovato per le mani lo scandalo – sostituito con Giorgio Fossa, già presidente di Confindustria fino al 2000.