«Il Ponte non si farà, dico no senza se e senza ma. Sono pronto a tutto per impedirlo». Renato Accorinti è arrabbiato. Inferocito. Le parole di Renzi per lui sono un pugno allo stomaco. Da anni il sindaco di Messina conduce la sua battaglia contro il Ponte ed è pronto a ritornare in piazza con il popolo e la fascia tricolore.

 

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Se l’aspettava questo cambio di marcia del governo Renzi sul Ponte?

Guardi, quando voleva farlo Berlusconi all’inizio eravamo in dieci a manifestare. Lo facevamo carte alla mano, sulla base di studi scientifici ed economici. Col tempo il movimento No Ponte si è allargato, perché la gente ha capito che sarebbe un’opera devastante sotto il profilo ambientale ed economico e non porterebbe alcun vantaggio, la Sicilia ha bisogno di ben altro. Basta farsi un giro per capirlo. Da dieci diventammo 25 mila. E quella manifestazione contro il Ponte è stata la più grande mobilitazione mai vista nell’isola.

Quella di Renzi dunque è propaganda elettorale?

Prima il ministro Alfano, ora Renzi. Strano, quattro mesi fa ero in Calabria per l’elettrodotto e il premier disse che al Sud prima del Ponte servono ben altre infrastrutture.

Cosa è cambiato?

O Renzi è mal informato e mal consigliato, oppure parla in questi termini per fare campagna elettorale. Ma se è così si sbaglia, noi il Ponte non lo vogliamo. Come la Raggi ha detto no alle Olimpiadi io dico no al Ponte.

Una questione ideologica?

No, il cemento se serve a costruire una scuola ben venga. Magari. Qui parliamo di un’opera che illustri geologi, a cominciare da Mario Tozzi, ambientalisti, economisti considerano inutile e dannosa. Il Ponte, a unica campata, insisterebbe in un’area ad alto rischio sismico. Ci sono studi scientifici. Serve ben altro…

Cosa?

In molte zone della Sicilia le ferrovie sono a binario unico. Lo sa Renzi? Altro che alta velocità, qui non ci servono treni che vanno a 400 all’ora ma una rete almeno decente. Lo sa Renzi che il treno che collega Messina a Palermo procede a 60 all’ora e impiega 4 ore quando va bene per coprire 200 km? Ci servono strade, autostrade. Ci sono quattro province che non sono collegate con l’aeroporto di Catania. È normale che da un anno l’autostrada Messina-Catania sia interrotta per 5 km, in direzione Taormina, per una frana e nessuno si prende la briga di togliere un secchio di terra? È normale che i turisti che alloggiano a Taormina non sanno come andare a Erice, per ammirare questa cittadina meravigliosa? È normale che per andare a Piazza Armerina da Messina o Catania si debba attraversare il deserto? Lo sa qual è la verità?

Me lo dica

Se devi andare da Messina a Trapani, fai prima ad andare a Bombay e tornare. Quando una parte del corpo va in cancrena sono guai, ecco i governi, e non dico sia colpa di Renzi ma di tutti quelli passati, hanno mandato in cancrena il Sud.

Si sente solo in questa battaglia dal punto di vista istituzionale?

All’Anci nazionale ho chiesto una sessione straordinaria da dedicare al Sud perché l’Italia va da Bolzano a Pantelleria. In quella sede bisognerà fare l’elenco di tutto ciò che serve.

Lo riproporrà all’assemblea dell’Anci a Bari?

Dal palco a Bari mi mangerò il mondo, e dirò che sto con il ministro Delrio.

Delrio è contro il Ponte?

Delrio ha sempre parlato di cura del ferro, mi trovo perfettamente d’accordo con lui. In Sicilia serve investire sull’intermodalità. A Roma l’aeroporto l’ha costruito il comune? Il sistema ferroviario, la rete autostradale l’hanno fatta i comuni? Basta allora. Il governo si assuma le proprie responsabilità, finanzi le opere che servono. Qui la gente vuole lavorare e se si aprono i cantieri si creano migliaia di posti di lavoro per anni. Ricordo a tutti che Torino l’hanno fatta i meridionali.

Ma se il governo trovasse i soldi per il Ponte?

È un’opera devastante e antieconomica tanto che quando è stato presentato il project financing nessuno si è fatto avanti. Sarebbero dovuti venire cinesi, americani, giapponesi, arabi ma poi nessuno ha fatto un passo avanti: hanno capito che avrebbero guadagnato con i pedaggi solo tra 200 anni. Si presentò solo l’italo-canadese Zappia pronto a mettere sul piatto 5 miliardi, ma era solo una manovra per riciclare denaro proveniente dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Non lo dice Accorinti, lo dicono gli esperti dell’antimafia.

Insomma sindaco, si prepara alle barricate?

Sono e sarò in prima fila contro il Ponte. Stiamo lavorando per promuovere lo Stretto di Messina come patrimonio dell’umanità. È un bene da preservare, non da perforare con cemento e danneggiare con tonnellate di metallo.