Quando la Grecia piaceva alla Germania. Quando la dracma era «la moneta più stabile del mondo». Quando la Csu, alleata della cancelliera Angela Merkel, si accordava, e in fretta, con gli intransigenti di Atene.

Peccato che il «governo» fosse quello dei Colonnelli. E che anche allora ci fossero trattati (sui diritti umani) da rispettare. Sembra passato un millennio, ma è “solo” 48 anni fa.

È il precedente di cui non parla quasi nessuno, eppure pesa ben più del vecchio debito di guerra. Un conto morale mai saldato, un altro pezzo di memoria fascista da dimenticare in Germania. Passato scomodo, sotto tutti i punti di vista, perché se i greci dovessero chiedere il conto dei danni, sarebbe Berlino a dovere qualcosa ad Atene.

Fakten Check Hellas, giornale indipendente «in solidarietà con la popolazione greca» basato in Germania, spulcia l’archivio storico dello Spiegel del 1976 e rispolvera una relazione greco-tedesca come minimo imbarazzante.

Anche allora lo scontro era tra conservatori tedeschi e progressisti greci, anche allora la posta in gioco era la democrazia.

Il 21 aprile 1967 ad Atene va in scena il colpo di stato militare di Georgios Papadopoulos. È l’inizio della «dittatura dei Colonnelli» che stabilizza la Grecia liquidando (fisicamente) l’opposizione. A Bonn c’è chi denuncia con forza il putsch di destra, a Monaco i cristiano-sociali di Franz Josef Strauss (dal ’66 al ‘69 ministro federale delle finanze) festeggiano l’arrivo dei nuovi interlocutori.

Pochi giorni dopo il golpe, il leader Csu rassicura i tedeschi: «Oggi la dracma è la moneta più stabile del mondo» riprendendo, letteralmente, lo slogan dei militari che incassano così l’accredito internazionale. È la benedizione politica del padre-padrone della Baviera alla giunta neofascista, collaborazionismo, a tutti gli effetti.

In quelle stesse ore i vertici della Csu stabiliscono un contatto diretto con gli eversori greci. L’«ufficiale di collegamento» con Atene si chiama Fatios Gouras, è iscritto al partito a Monaco ed è «amico personale» di Strauss. Grazie a lui i cristiano-sociali bavaresi «impostano» il Movimento nazionale di greci nella repubblica federale di Germania (Eke) di fatto, la costola tedesca del regime militare di Atene.

C’è la guerra fredda, l’anticomunismo militante e l’Eke, anche simbolicamente, non fa mistero del suo compito: sullo stemma spicca l’aquila che sovrasta un soldato con la baionetta. Non importa, perché a Berlino Ovest ci sono da tenere sotto controllo (cioé reprimere) centinaia di studenti greci che protestano contro la dittatura.

E non basta più l’appoggio a distanza. I democristiani tedeschi vanno a rendere omaggio personalmente ai Colonnelli. Ambasciatore per l’occasione è Marcel Hepp, «personal advisor» di Strauss, spedito nella capitale greca per «consultazioni politiche», mentre a Monaco Franz Stackmann, segretario di Stato del ministero dell’economia, fa sponda facendo sapere di essere pronto ad «aiutare economicamente» la Grecia.

Nel frattempo Gouras lavora come «consigliere» del vice primo ministro greco Nikolaos Maskarezos e, naturalmente, per Strauss che gli da l’incarico di organizzare una visita semi-ufficiale ad Atene.

È la chiusura di un’operazione che coinvolgerà anche i media tedeschi. Su Nürnberger Zeitung, Regensburger Bistumsblatt, Stuttgarter Nachrichten, Bayern Kurier (organo della Cdu) oltre che su Die Welt negli anni Settanta non si parla di tortura e omicidi.

I titoli revisionati restituiscono l’«ordine» della giunta militare che ha risolto il «caos», mentre a Berlino gli studenti greci non solo di sinistra denunciano il terrore dell’Eke e il «clima» di repressione uguale a quello di Atene.

Nel 1974 i Colonnelli cadono, in Grecia si comincia a fare i conti anche per via giudiziaria.

Tra le carte del regime spunta una serie di scontrini inquietanti.

Sono le prove che la giunta di Atene pagava la stampa tedesca «amica» per articoli e reportage a favore, con bustarelle da 1000 marchi distribuite dall’addetto-stampa dell’ambasciata greca a Bonn.

Sarebbe uno scandalo. Invece i rapporti non cessano. La liason tra Csu e i militari greci è inossidabile. Al punto che, crollato il regime, Strauss chiede pubblicamente di non perseguire i Colonnelli «nell’interesse della Pace».

Sempre nell’interesse della pace la Csu invia ad Atene Gouras, il link con l’ex giunta, con il compito di costruire il Partito cristiano-democratico di Grecia da abbinare alla Csu tedesca nel nome del comune «ordine sociale cristiano». Ingerenza pesante perfino per Konstantin Karamanlis, capo del nuovo governo, che scrive a Strauss rimproverando «l’intromissione negli affari interni di un partito fratello».

Ma è storia di un secolo fa. Quando la moneta era stabile, e i duri e puri di Atene non davano certi problemi.