Non è cosa. Non va bene per te, che sei una ragazza, oltretutto fa venire dei polpacci grossi e anti-estetici. È questo il refrain che moltissime bambine si sono sentite dire da padri, nonni e pure dalle madri. Ma qual è il dèmone impronunciabile? È quello stesso sport che trasforma intere famiglie in urlatori davanti le performance dei loro beniamini in campionato: il calcio. E allora per quale ragione in campo non può scendere una ragazzina magari con la coda di cavallo? Non c’è un motivo preciso se non un pregiudizio duro a morire: chi si allena correndo dietro un pallone non viene di certo dai migliori ambienti, a forgiarlo nella vita è stata la strada. Meglio dunque un luogo protetto, tipo la palestra dove si fa – pur se goffamente e con corpi per nulla votati a quei voli acrobatici – ginnastica ritmica. È una disciplina più «soft», aggraziata nei movimenti, adatta alle femmine sin dalla tenera età.
Ricordate il film Sognando Beckham, la commedia che mescolava le atmosfere di Bollywood a quelle dell’Inghilterra dei tifosi in maniera esilarante? Ecco, ora quel dream proibito torna nel libro Lo schema segreto, scritto da Alessandra Berello e Andrea Marelli, uscito per la collana «Storie e rime» di Einaudi Ragazzi (illustrazioni di Antonello Dalena, pp.192, euro 10,50). Qui le cose si complicano perché un giorno arriva ad allenare la squadra maschile della Virtus giovanissimi la «coach» Rita (è ispirata alla figura di Rita Guarino, ex attaccante della nazionale femminile italiana) che rivoluziona abitudini e posizioni gerarchiche acquisite. Non soltanto modifica gli schemi e costringe gli atleti a massacranti esercizi, ma introduce nella squadra due ragazze, fra lo sbalordimento generale. Ilaria ed Eva hannoperso la loro società di calcetto e sono rimaste «orfane» di squadra. Rita le ha notate, sanno giocare, hanno il ritmo giusto e la grinta soltanto che il talento va un po’ oliato e affidato alle tattiche migliori…Per le due calciatrici comincia una specie di inferno: durante le partite vengono insultate dai genitori in tribuna e da alcuni dei loro stessi compagni di squadra.
Sbagliare non è proprio permesso. E quando accade, la china da risalire è ardua e dissestata. Battute, ripicche e risatine accompagnano ogni loro azione. Ma per le due atlete arriva il momento di reagire. L’allenatrice le ha scelte, ora devono conquistare la stima dei loro coetanei: in fondo, anche gli undici titolari non sempre sono dei campioni… A rendere tutto più difficile ci si mette anche la ginnastica ritmica: Eva viene scoperta dai compagni, dentro il borsone nasconde nastri e palle rose per l’allenamento «ufficiale», quello che i genitori credono stia facendo nelle ore che invece lei dedica al calcio. Le bugie però hanno le gambe corte e scoppia il «caso». Per aggirare il parapiglia che segue, bisognerà inventarsi qualcosa. Per esempio, un gioco di travestimenti: a volte, i pregiudizi vanno ingannati.