Multe salate a chi non accoglie i profughi. Gli Stati europei che si rifiuteranno di accettare la loro quota di asilanten dovranno pagare 250 mila euro per ogni rifugiato allo Stato che lo ospiterà. È quanto prevede il nuovo regolamento di Dublino proposto dalla Commissione Junker.
Proposta non ancora approvata, dovrà passare al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri dei 28, ma che ha già fatto infuriare i paesi del blocco Visegrad prima ancora di una sua formulazione definitiva.

Riuniti a Praga i ministri dei paesi dell’ex cortina di ferro capitanati dall’Ungheria di Viktor Orban hanno parlato di «scherzo», di proposta «estremamente deludente», di «spiacevole sorpresa» da Bruxelles. Ai quattro (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia) non è andata giù neanche la decisione presa ieri di abolire i visti per i cittadini turchi dotati di documento d’identità biometrico per facilitare l’applicazione dell’accordo Turchia-Ue sui flussi migratori. «È inaccettabile che la Turchia goda di questo regime di favore prima di Georgia e Ucraina», ha tuonato il ministro ungherese Peter Szijjarto.

La monetizzazione della solidarietà europea – perché di questo si tratta, in effetti – è prevista solo «in circostanze eccezionali», ha spiegato presentando la riforma del regolamento Dublino III Frans Timmermans, vice presidente della Commissione. Resterebbe una possibilità non «un’alternativa finanziaria all’accoglienza dei profughi», poco più di una minaccia insomma. «Soltanto nel caso in cui ci siano documentate circostanze eccezionali, i paesi impossibilitati ad accogliere i migranti potranno pagare un onere finanziario per il numero di rifugiati che non accoglieranno».

Il principio base nello schema di Dublino resta quello di sempre: i richiedenti asilo devono presentare domanda d’asilo nel primo paese di ingresso, salvo che non abbiano un familiare ad attenderli in un altro paese. Il nuovo meccanismo, denominato corrective fairness mechanism si attiva automaticamente ma soltanto quando un paese – indovinate quale – si trovi «sotto una pressione migratoria eccessiva».

Stabilire quando l’asticella del flusso migratorio segni il rosso dipenderà da due parametri – la ricchezza e le dimensioni del paese – ma non è chiarissimo come verranno calcolati. Nel documento della Commissione di dice che l’aiuto coatto arriverà quando le domande di asilo supereranno del 150% il numero-chiave di riferimento, un indicatore calcolato in base al Pil e alla popolazione residente, che probabilmente rispecchia la quota di rifugiati stabilita dal piano europeo di ripartizione.

Il ministro tedesco Thomas de Maizière nei giorni scorsi volendo essere più chiaro ha detto che «se la Grecia ce la fa ad accogliere 60mila profughi con una popolazione di 20 milioni di abitanti, l’Italia non potrà chiedere aiuto prima di aver superato i 350 mila arrivi». In ogni caso nella proposta anche i paesi con un indicatore al 100% non si vedranno assegnare alcun altro rifugiato. Ciò che per il momento sembra importare di più è lo snellimento delle procedure per impartire multe comunitarie ai paesi che non partecipano alle quote di riallocamento dei profughi, che altrimenti spetterebbe comminare alla Corte di Giustizia Ue con una procedura lunga.

Al momento solo 591 persone sono state ricollocate da ottobre delle 160 mila previste nel piano della Commissione (1.600 al mese). «Numeri ridicoli», li ha commentati il capo del Dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno, Mario Morcone, in audizione ieri davanti alla commissione Esteri della Camera. Morcone ha parlato di «strumenti perfidi» con cui molti paesi europei dribblano l’accoglienza imposta dalle quote.

Il meccanismo messo in piedi con la riforma detta Dublino Plus non prevede alcun diniego, solo uno stop temporaneo e, appunto, multabile. In più Dublino Plus rafforza il diritto al ricongiungimento familiare, anche per famiglie che si sono formate nei paesi di transito, e l’interesse superiore a tutela del minore non accompagnato.

Regno Unito, Irlanda e Danimarca sono espressamente lasciati fuori dal nuovo regolamento. O meglio, possono ma non devono per forza ottemperarvi.

Ma intanto il governo di David Cameron ieri ha revocato il rifiuto di accettare i minori siriani non accompagnati che hanno fatto richiesta di asilo in Inghilterra arrivati da Grecia, Italia e Francia prima del 20 marzo, data dell’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia.