A ore sapremo il destino della nostra repubblica e di noi tutti, cittadine e cittadini italiani. Al di là di chi prevarrà, l’impressione è che si stia aprendo un nuovo capitolo politico, con cui sarà necessario misurarsi, sperabilmente liberandoci dai minoritarismi che ci tormentano e dalla condizione residuale che ci angustia.

Possiamo farcela, dobbiamo farcela. Ripartendo dal No, dalla Costituzione, da noi. E cominciamo a farlo con un’assemblea nazionale per l’11 dicembre a Roma, che accoglierà e raccoglierà i protagonisti della campagna elettorale.

Questi mesi ci consegnano una piccola ma preziosissima certezza: aver lottato insieme con slancio e generosità, superando le nostre stesse riserve, politiche o culturali che fossero, condividendo la stessa tensione ideale.

I Comitati del No e tutto quel che intorno a essi ha orbitato rappresentano una risorsa che non possiamo permetterci di disperdere.

Con serena tenacia hanno guidato in ogni angolo d’Italia e anche tra i nostri emigranti la battaglia in difesa della Costituzione. Contrastando l’inerzia rassegnata e svelando le ingannevoli blandizie, suscitando passioni ed entusiasmi, smuovendo indifferenze e pigrizie. E ora meritano di veder riconosciuto il patrimonio politico che hanno animato e alimentato.

Saranno certo molti, all’indomani dei risultati referendari, a far sentire la propria voce e a rivendicare il proprio ruolo. Con il rischio che a mancare potrebbe essere proprio quella rete democratica che ci ha visto partecipi. In un quadro politico incline a semplificare, che cancella le differenze e opacizza i contenuti, che riduce le dialettiche ai soli personalismi ed esclude le soggittività difformi. Mentre al contrario si avrebbe un gran bisogno di esprimere la ricchezza delle esperienze unitarie e collettive, che sono state le molecole più attive e vitali di questa battaglia democratica.

Per questa ragione, per valorizzare e il nostro No, la rete delle Città in comune e le associazioni della Politica di tutt@ hanno indetto l’assemblea dell’11 dicembre. Sarà un appuntamento costituzionale e forse costituente. Un’occasione per ritrovarsi, per ragionare insieme non solo sui risultati del referendum ma anche su cosa quei risultati rappresentano, come cambieranno il paese, la politica, il futuro.

Forse lo sappiamo già, ma è bene ribadirlo: da domani non ci sarà più tempo per le riluttanze, o per differire a chissà quando, chissà dove, né a esercitarsi in piccolezze e insignificanze. Saremo lì, uno per uno, una per una, ma proiettati a ricostruire finalmente un noi.