Fosse per Carlo Freccero, la faccenda andrebbe chiusa qui e il consigliere Rai indica anche due possibili strade per farlo: gli esponenti politici impegnati in questo inizio d’anno «nel grande varietà mediatico» dovrebbero assumere un atteggiamento più sobrio o, in alternativa, impegnarsi in «un ruolo da protagonisti nel cinepanettone». E invece si occupano «di una sincronizzazione sbagliata e di un sms passato in sovrimpressione per errore nello show di Capodanno. Forse abbiamo perso la reale prospettiva».

Eppure il caso della mezzanotte arrivata in anticipo su Raiuno e dell’sms contenente una bestemmia sfuggito al controllo preventivo e finito sugli schermi dell’ammiraglia (svista costata la sospensione all’addetto alla selezione dei messaggi inviati dal pubblico) tiene banco, complice anche un’invettiva dell’Osservatore romano («il Vaticano rispetto alla tv pubblica è sempre identico a stesso: occupazione di potere, occupazione di potere. Vergogna», commenta ancora Freccero, senza giri di parole). Dunque: «Brindisi anticipato, il finale di Star Wars rivelato, parolacce e addirittura una bestemmia. Tutto in diretta. Non è stato certo un capodanno tranquillo quello della Rai», tuona il giornale della Santa sede. Che ammonisce: «La tv, pubblica o privata che sia, per acquisire una dimensione social a tutti i costi rischia di divenire uno strumento fuori controllo. Con l’alibi dello share».

Apriti cielo: il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, fa sapere di aver avviato addirittura un’indagine interna per fare luce sul mistero del cronometro sballato che ha fatto brindare i telespettatori dell’Anno che verrà con 45 secondi d’anticipo. Mentre per quanto riguarda l’sms, la responsabilità di quanto va in onda va ricondotta totalmente ai responsabili delle trasmissioni (nessuna polemica con Rai Com, la società che ha gestito gli sms, si precisa) .

Fatto per ora fuori il selezionatore distratto, diventa anche più chiaro perché, invece di darsi al cinepanettone, tanti esponenti politici continuino a dibattere appassionatamente del capodanno su Raiuno. La nuova legge che toglie le mani dei partiti dalla Rai per lasciarci solo quelle del governo (Renzi dice che l’Italicum sarà copiato in tutta Europa, per ora la Polonia ha copiato la riforma della tv pubblica, contro la quale si sono dimessi i direttori di tutti i canali) assegna i superpoteri già all’attuale direttore generale. E nelle vesti di amministratore delegato che può agire praticamente indisturbato dal cda (ma prima andrà modificato lo statuto dell’azienda), Campo Dall’Orto farà presto le nuove nomine. Al renzianissimo dg dà manforte il renzianissimo consigliere d’amministrazione Guelfo Guelfi: «Arriverà la stagione delle nomine, dei cambiamenti. Credo che a partire dal cda del 13 gennaio ci faremo riconoscere. Quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. Ha una sua gravità. Ci dispiace molto e gradisco che la Rai abbia fatto le sue scuse, dopodiché c’è da provvedere». L’attuale direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, è avvisato. Se in estate era dato per sicuro come prossimo vicedirettore generale (incarico già ricoperto in passato) ora è in caduta libera anche come comandante dell’ammiraglia. Prospettiva che non piace a centrodestra, che teme l’ondata di nomine. «Un incidente non può essere il pretesto per chiedere un cambiamento, l’incidente si affronta risolvendo ciò che lo ha provocato. C’è bisogno di un incidente per fare nuove nomine? Ci vuole piuttosto un progetto. Se, invece, si fanno nuove nomine prima di definirlo, vuol dire che esiste un progetto di altro genere», ribatte il consigliere scelto da Forza Italia, Arturo Diaconale. E forzisti e centristi ripetono in coro: non si cerchi un pretesto per accelerare le nomine. No all’occupazione renziana, tuona la Lega.

Un altro forzista, Gasparri, prova a spostare l’attenzione sulla direzione generale: «Chiedo l’immediata convocazione di Campo Dall’Orto in commissione di vigilanza per chiedergli conto dei numerosi errori. Non si scarichi la colpa su altri. Ha poteri incostituzionali e risponderà delle sue colpe. Colpe tutte sue». In vigilanza per il momento è prevista, per il 13 gennaio, l’audizione della presidente Monica Maggioni e del cda. L’appuntamento era stato deciso da tempo, ma sicuramente ci sarà modo anche di parlare del «caso» Raiuno.