È sempre emergenza bracconieri nel Parco nazionale di Lobéké, in Camerun. A rimetterci la vita stavolta non solo gli elefanti, principale specie protetta della riserva e preda più ambita dei cacciatori d’avorio. La direzione del parco denuncia l’uccisione di un ranger, Bruce Danny Ngongo, in un’imboscata avvenuta mercoledì scorso. Ferito alla coscia e al fianco, l’uomo è morto dissanguato per l’impossibilità di ricevere soccorsi in tempi rapidi nella zona impervia in cui si trovava. Una banda armata di kalashnikov avrebbe aperto il fuoco contro la pattuglia di cui Ngongo faceva parte. Con lui c’erano tre guardie forestali e due soldati di un’unità motorizzata dell’esercito, che negli ultimi tempi integra il sistema di protezione della fauna selvatica. Questi ultimi hanno risposto al fuoco mettendo in fuga gli assalitori. Sono state recuperate una decina di zanne e un cacciatore della zona è stato arrestato. Ngongo lascia una moglie e un numero imprecisato di figli, fa sapere la direzione del parco.

Le gang di bracconieri che operano nel Lobéké National Park sfruttano la vicinanza del confine con la Repubblica centrafricana e di quello con la Repubblica democratica del Congo per dileguarsi dopo i raid. Nel 2011 hanno perso la vita in circostanze analoghe un ranger e due gorilla.