Noi guardiamo con attenzione e rispetto al voto sul referendum costituzionale in Italia e pensiamo che debba essere il popolo italiano a decidere sulla propria Costituzione. Siamo infatti colpiti dalla quantità di pressioni che arrivano sui popoli perché si adeguino al pensiero dominante.

La JP Morgan ha scritto chiaramente che le Costituzioni dei Paesi europei sono a suo dire incompatibili con le esigenze dell’attuale capitalismo finanziario globalizzato. Analogamente si è espresso il presidente della Bce. Particolarmente sotto attacco sono i Paesi Mediterranei.

In occasione del referendum italiano si stanno moltiplicando i pronunciamenti internazionali a sostegno della «riforma» voluta dal presidente del consiglio Renzi, che arrivano dagli Usa come dalla Merkel come dai Socialisti Europei. Viene sottolineato da tutti questi che serve stabilità per favorire competitività e investimenti, «attratti» dalle misure economiche e sociali che favoriscono le imprese e la finanza e rendono flessibili il lavoro e i diritti e certe le decisioni.

Per altro temi che il governo italiano porta a sostegno ufficiale delle sue proposte con un linguaggio ben diverso da quello che abbiamo visto usato nella campagna elettorale fatta dal si e che ha toni fortemente populistici. In effetti il cuore della riforma proposta è un rafforzamento dell’esecutivo, una mortificazione delle istituzioni locali e una lesione al diritto dei cittadini di eleggere la propria rappresentanza.

Noi sappiamo bene che in tutti questi anni si è andata costruendo una prevalenza assoluta della finanza, dei mercati e delle imprese che ha rotto antichi compromessi progressivi ed ha imposto con rapidità e durezza scelte assai dolorose per i popoli e tutt’altro che efficaci. A

bbiamo potuto vedere come le Costituzioni europee sanciscano diritti e procedure democratiche che vengono già violati e che ora si vorrebbero stracciare. E vediamo come ad esempio l’Europa sia sempre più priva di una reale democrazia. Così come il Mondo dove si procede per guerre commerciali e militari.

Invece che promuovere Costituzioni si vogliono imporre trattati come il Ttip e il Ceta. Per questo noi crediamo che la battaglia per la democrazia sia una grande battaglia che ci coinvolge tutte e tutti insieme. Sarà il popolo italiano ad esprimersi. Noi diciamo solo che se fossimo italiani voteremmo convintamente per il no.

Etienne Balibar Filosofo (Francia), Hugo Touzet Espace Marx (Francia), Walter Baier Presidente transform! Europe (Austria), Marga Ferre (Fundacion por l’Europa de los Ciudadanos Spagna), Hugo Monteiro Cultra (Portogallo), Haris Golemis (director of Nicos Poulantzas Institute, Scientific and Strategic Advisor of transform! Europe, Greece), Mario Candeias (Fondazione Rosa Luxemburg Germania), Micheal Brie (Fondazione Rosa Luxemburg Germania), Sreko Horvat (philosopher, DiEM25 Croazia)