È stata rinviata al 19 gennaio la camera di consiglio della Corte costituzionale – prevista inizialmente per oggi – che dovrà esaminare l’ammissibilità del referendum contro le trivellazioni in mare entro le 12 miglia dal litorale, l’unico quesito ammesso dalla Cassazione (dopo le modifiche introdotte dal governo alla legge di stabilità) sui sei formulati da 10 regioni. Ma sei di queste regioni (Basilicata, Veneto, Puglia, Marche, Liguria e Sardegna) hanno firmato la procura per sollevare il conflitto di attribuzione dinanzi alla Consulta.

Dal canto suo, la ministra per lo sviluppo economico Federica Guidi continua a negare che con l’autorizzazione rilasciata alla Petroceltic Italia per ricerche di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti con il devastante metodo dell’air gun si sia dato il via libera a nuove trivellazioni: saranno solo «rilievi», minimizza. E sulla questione interviene anche Matteo Renzi. Perché il presidente della Puglia, Michele Emiliano, è sul piede di guerra, si è detto pronto a «scatenare l’inferno» e chiede al governo il ritiro del provvedimento. E ieri il consiglio regionale del Molise ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sulle trivellazioni in Adriatico che impegna il presidente dell’assemblea o un delegato a partecipare alle prossime riunioni del tavolo delle regioni per il referendum, invitando il governo ad annullare le autorizzazioni concesse il 22 dicembre. «Ho letto di potenziali trivellazioni – interviene Renzi facendo lo gnorri – e ho letto il comunicato di Federica Guidi che dice che non c’è nessuna trivellazione, ma solo attività di ricerca. Bisogna verificare se si tratta di allarmi veri o finti. Leggo tante cose non vere». Il verde Angelo Bonelli chiede invece l’intervento del presidente della repubblica.