Dopo le prime date di gennaio a Ivrea e Biella, il nuovo anno si annuncia carico di appuntamenti per Roberto Cacciapaglia che lo scorso dicembre ha pubblicato Atlas, doppio album antologico. Dopo il 10 febbraio l’artista sarà a Mosca, per tornare in Italia con le prime date fissate a Savona, Follonica e Potenza. Sarà in scena con un quartetto d’archi, una postazione elettronica e lui stesso al centro della scena con il suo pianoforte. E pensare che fra i ’70 e gli ’80, l’artista si è sottratto all’impegno delle platee preferendo il ruolo di compositore. Anni di lavori come produttore artistico per Gianna Nannini, Alice e Giuni Russo, ma anche con Ann Steel, artista americana con cui inaugura la Glad Art. Senza mai trascurare il proprio percorso iniziato con Sonanze, 1974 e Sei note in logica, 1979, primo album italiano che si avvale di campionamenti realizzati con l’ausilio del C.N.R. di Pisa.

E negli anni ’80 l’artista mette in scena la sua prima opera in doppio album, quel Generazioni del cielo rappresentata al Teatro Metastasio di Prato nel 1987. Anche da questi lavori Cacciapaglia estrae brani che vanno a comporre il suo atlante sonoro costruito in oltre quarant’anni di attività. Dal vivo li presenterà in versione rinnovata: «Ripercorrerò le tappe più importanti riscoprendo anche brani dei mie 18 anni – sottolinea Cacciapaglia – sperimentazioni e ricerche elettroniche con una diversa visione insieme al Celestial Chambers Quartet. Importante la presenza di una postazione elettronica dotata di un software in grado di portare alla luce suoni non udibili a orecchio umano, i cosiddetti suoni armonici, quelli che Pitagora definiva essenza dell’universo. In pratica, dal pianoforte si espanderanno dei raggi, filamenti, che generalmente non udiamo. Come quando buttiamo un sasso nello stagno e osserviamo il sorgere di onde circolari che si propagano all’infinito».

Un utilizzo dell’elettronica alla scoperta di una musica che tende all’interiorità?: «Vero – conferma Cacciapaglia – attraverso il suono cerco il contatto con coloro che amano ascoltare in profondità, come calarsi in acqua come subacquei per raccogliere le migliori sensazioni, certo non è solo musica di intrattenimento quella che ho composto in questi anni».

E insieme ai brani del passato in Atlas e dal vivo si ascoltano alcuni inediti e un omaggio a David Bowie, a un anno dalla scomparsa: «Ho voluto riprendere Starman che perseguiva un’idea di spazio, per andare oltre i limiti conosciuti – continua Cacciapaglia – come anche presenterò l’inedito Reverse, un brano che esorta al tornare indietro, come pollicino che ritrova le sue palline di mollica, per ritrovare la strada maestra, in un’epoca dove abbiamo perso tante cose importanti che oggi vanno recuperate». Un impegno che l’artista persegue anche attraverso la creazione di un’Accademia (Educational Music Accademy ) dove convergono molti giovani artisti che cercano una via per esprimersi, frequentata da giovani studenti di Conservatorio, ma anche autodidatti.

«È una via di mezzo tra scuola, composizione e produzione artistica – spiega Cacciapaglia – a breve apriremo il discorso delle pubblicazioni con un album della veneziana Fiamma Velo. È come aver creato un ponte tra il desiderio dei giovani musicisti e il mondo della comunicazione musicale. Il ritrovo è presso il mio studio di registrazione Glance a Milano. Con questi artisti abbiamo partecipato a tre edizioni di Piano City a Milano e stiamo pensando a un festival per un pubblico che va oltre la visione commerciale e che dalla musica cerca anche nutrimento».