«Non ho voluto portare J-Lo e Jay Z. Sono qui da solo. Solo io. Nessuna chitarra. Nessun piano. Niente di niente». Donald Trump risponde al pieno di star di Hillary, nelle ultime ore di campagna elettorale. Clinton si è infatti presentata conBeyonce e con il marito, il rapper Jay Z. Sul palco con la coppia in un concerto gratuito al Wolstein Center di Cleveland ieri Hillary ha lanciato un appello alle migliaia di fan accorsi. «Prendete questa energia con voi – ha detto Clinton – e aiutateci a vincere in Ohio».

La campagna democratica ha organizzato una serie di concerti gratuiti: Bon Jovi in North Carolina, Jennifer Lopez a Miami, Stevie Wonder a Filadelfia.

Nelle ultime ore di campagna elettorale chi è tornato a farsi sentire è stato «il terzo incomodo», Julian Assange. Oltre a continuare a pubblicare a scaglioni e mail di Podesta, ha rilasciato un’intervista a Russia Today dove ancora una volta si è espresso apertamente su la sua nemica Hillary Clinton, che lo vede come una spina nel fianco, tanto quanto lui vede lei come un pericolo per l’esistenza sua e di WikiLeaks.

«È stata Hillary Clinton a volere la guerra in Libia – ha detto Assange ad Rt dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2012 per sfuggire a una richiesta di estradizione degli Stati uniti – lo si può vedere chiaramente nelle sue email. La Libia è stata la guerra di Hillary Clinton, più che di qualunque altro. Barack Obama all’inizio si opponeva».

Per Assange, Clinton era interessata alla guerra in Libia perché avrebbe potuto sfruttare il conflitto nella sua corsa alla presidenza. Secondo Assange le email di Hillary «rivelano un piano generale messo a punto mesi già prima dell’intervento occidentale in Libia nel marzo del 2012, doveva essere il ‘suo’ conflitto durante il mandato come segretaria di Stato, il trampolino da cui realizzare i suoi sogni da presidente. Alla fine del 2011 è stato prodotto un documento interno per Hillary Clinton chiamato ‘Libya Tick Tock’ che è una descrizione cronologica di come Hillary Clinton sia stata la figura centrale della distruzione dello stato libico». Infine la sua previsione: «Trump non vincerà. Perché ha contro di lui tutto l’establishment, mentre dietro la Clinton ci sono le banche, l’intelligence, le aziende di armi, i soldi stranieri». (ma. ca.)