Alla fine, nel cuore della notte, arriva puntuale l’approvazione dell’assestamento di bilancio. L’assemblea dell’aula Giulio Cesare in Campidoglio fotografa gli equilibri politici: 23 sì, 8 no e tre astensioni.
Ieri mattina, però, dalle televisioni ai giornali al web e ai social bisognava fare i conti, di nuovo, con Salvatore Buzzi e con l’eterna scia dell’inchiesta Mafia Capitale.
La notizia arriva dal Tg del La7 con il servizio di Flavia Filippi, che rivela come Buzzi avrebbe già sostenuto cinque interrogatori in carcere con i pm Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini (dopo non essere riuscito a patteggiare 3 anni e 6 mesi).

E nei nuovi verbali si parlerebbe del palazzo della provincia all’Eur, ma soprattutto del «sistema» dei politici e dei mandarini, che da destra a sinistra governa il business degli appalti a senso unico. Buzzi avrebbe fatto anche il nome di Peppe Cionci, imprenditore che ha sostenuto le campagne elettorali del governatore Zingaretti e del sindaco Marino.

E poi c’è il mega-appalto miliardario dell’energia negli ospedali del Lazio: spartizione millimetrica nella ricostruzione di Buzzi, «6 lotti alla maggioranza, uno all’opposizione, col capogruppo Pdl in consiglio regionale Gramazio che coordina». E il capo della Coop 29 Giugno (emblema della sussidiarietà famelica, a cavallo fra Alemanno e Poletti) riversa ai magistrati nomi e cognomi, ma soprattutto la vocazione maggioritaria del Pd…

A questo punto, l’assestamento del bilancio in Campidoglio non fa quadrare i conti politici. Non più e non tanto con Renzi, ma sopratutto dentro la maggioranza originaria del centrosinistra romano. E resta sempre pendente la scure del «verdetto» del Viminale: si va verso il commissariamento del municipio di Ostia (causa arresti per il porto turistico), tuttavia Mafia Capitale aleggia non solo sulla scrivania del ministro Alfano.

E il segnale da parte di Sel l’altra notte in aula è arrivato netto, anche se non del tutto forte e chiaro: tre astensioni. Argomenta il capogruppo Gianluca Peciola:

«È un segnale che ancora c’è possibilità di recuperare sui temi sociali. La maggioranza senza Sel non c’è.Perché un bilancio votato in seconda convocazione è la dimostrazione che questa maggioranza non regge». I tre consiglieri di Sel hanno votato però a favore dell’eseguibilità dell’assestamento dei conti: «perché al bilancio sono legate diverse fragilità, servizi sociali e aiuti ai più deboli».

La giunta Marino esulta per il via libera alla riqualificazione delle aree intorno alla stazione Termini in vista del Giubileo, agli interventi straordinari per la manutenzione di tram e metro A e B, ai lavori indispensabili negli edifici scolastici e nelle biblioteche. Le maggiori spese (23,2 milioni di euro) ripondono alle priorità amministrative: 6,8 milioni alla casa, 2,3 al settore sociale che con il maxi-emendamento finale lievitano fino a 3,5, ambiente e cultura con un milione ciascuno.

Capitoli di spesa messi però sotto la lente d’ingrandimento dal M5S. A partire proprio dall’emergenza abitativa, come evidenzia Daniele Frongia: «Appartamenti e bungalow che paghiamo a peso d’oro da imprenditori, cooperative bianche e rosse, spendendo anche 3.000 euro per un buco in periferia». Da un lato assicura la casa a 1.931 nuclei familiari, tuttavia dall’altro ripropone proprio il link con Buzzi.

Scandisce a tutto volume Alessandro Di Battista, deputato M5S che ha affiancato i consiglieri comunali durante quest’ultima seduta-fiume in Campidoglio. «Milioni di euro che spariscono e vanno senza gara alle solite cooperative, agli amici degli amici. E tra le cooperative coinvolte a cui arriveranno soldi senza nessuna gara ci sono la Domus Caritatis o la Eriches 29 riconducibile a Salvatore Buzzi. E questo, dopo la bellezza di otto mesi scoppio di Mafia Capitale».

Una lunga scia che non sembra destinata ad interrompersi.