È partito il countdown per il corteo di sabato nella capitale, promosso da associazioni, movimenti, spazi sociali e comitati di quartiere raccolti sotto il cartello Roma non si vende. Ieri, vicino alla Basilica di San Paolo, l’insolita conferenza stampa di presentazione abbinata all’occupazione simbolica di «una delle tante piscine realizzate per i mondiali di nuoto del 2009, costata milioni di euro e lasciata all’incuria e al degrado».

«Mentre tagli sempre più feroci alla spesa pubblica insistono nella sfera del sociale e del welfare, pericolosi tentacoli della logica delle grandi opere e dei grandi eventi si insinuano in ogni angolo della metropoli e della società. La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 rappresenta bene l’intreccio tra la continua produzione di nuovi spazi urbani e la sua perpetua distruzione e appropriazione da parte d’interessi privati», scrivono gli organizzatori nel comunicato diffuso dopo l’iniziativa.

La Rete del Diritto alla Città ha ribadito la centralità di forze vive come quelle degli spazi sociali; la Carovana delle Periferie ha sottolineato come l’intero meccanismo delle privatizzazioni che attanaglia il sistema pubblico sia inscritto nel Dup (il Documento unico di programmazione) del commissario Tronca, vero obiettivo della campagna d’opposizione. Mentre il Coordinamento Romano per l’Acqua Pubblica si è scagliato contro il Testo Unico sui servizi pubblici locali (il decreto attuativo della legge Madia), «un manifesto liberista che prevede l’obbligo di gestione dei servizi pubblici locali» attraverso le Spa e che «ripristina l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito nella composizione della tariffa», abrogata invece da 26 milioni di cittadini con il referendum del 2011. «Oggi vogliamo invitare tutti e tutte al corteo che partirà dalle 16 da piazza Vittorio, per contrapporci a un’idea di città fatta di esclusione e sfruttamento», un corteo inteso come una «tappa di un percorso iniziato più di un anno fa in cui realtà differenti si stanno mettendo in connessione per costruire un processo programmatico per un nuovo modello di gestione della città», dicono i promotori.

Lo striscione d’apertura del corteo reciterà Decide Roma Decide la Città: uno slogan che rilancia la partecipazione attiva delle reti di mutualismo cittadine e che tenta di centrare il dibattito politico sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, sull’implementazione dei servizi, sulle politiche di inclusione e sostegno lavorativo che – accusano i promotori – da troppo tempo latitano in città. E in una capitale sconquassata dalle polemiche sul toto-candidati, sembra una boccata d’aria fresca.