Italia ed Europa sembrano impegnate in una gara a chi fa peggio sulla questione dei migranti.
Il governo italiano si ispira al principio per cui i richiedenti asilo si accolgono mentre i cosiddetti migranti economici andrebbero espulsi e rimpatriati. Ciò avverrebbe attraverso una sorta di «accoglienza differenziata» fra Nord e Sud del nostro paese. Infatti sparirebbero tutti i centri di primo soccorso e di accoglienza. Al loro posto vi sarebbero degli hotspot, 5 o 6, che si apriranno nelle regioni mediterranee, quindi in Sicilia, in Calabria, in Puglia e forse anche in Campania. Dove più frequenti sono stati gli sbarchi e le tragedie che hanno portato alla morte migliaia di persone. Dopo 48 ore di permanenza, quando le misure di prima accoglienza verranno praticate solo se possibili, i migranti verranno spostati negli hub, ovvero grandi centri di smistamento, suddivisi in «chiusi» e «aperti». Qui avverrà la suddivisione tra chi ha diritto all’accoglienza e chi no. Questi ultimi, gli «irregolari» finiranno nei vecchi Cie, pronti per l’espulsione. Gli altri verranno «accolti» negli hub aperti e nello Sprar, il sistema di «protezione» dei richiedenti asilo e dei rifugiati affidato all’Anci. Le strutture aperte saranno situate al Nord, quelle chiuse e che fungono rampe di lancio per l’espulsione al Sud. Ovvero i «buoni» nel Nord del paese, i «cattivi» nel Meridione.
Difficile immaginare un sistema più perverso, in cui si fonde la vecchia questione meridionale nostrana con il nuovo razzismo nei confronti dei migranti.

In questo sistema ogni diritto viene travolto. Ai migranti viene tolta la possibilità di dichiarare quali sono i motivi della loro richiesta di protezione che invece viene affidata ad una commissione. Facile prevedere una catena di ricorsi nei confronti di decisioni negative. Il diritto a cercare lavoro viene calpestato, mentre formalmente sarebbe uno dei pilastri dei trattati europei.

Come si vede Renzi ha poco da alzare la voce in sede Ue, dove peraltro non fanno meglio. Le conclusioni del Consiglio europeo sono davvero umilianti e vergognose. Si è litigato, con i paesi dell’Est nel ruolo dei più intransigenti, su 40mila rifugiati già presenti in Europa da ridistribuire in due anni tra i diversi paesi europei. Cifre tutt’altro che inquietanti, soprattutto se si tiene conto che secondo l’Unhcr più di 100mila persone sono giunte in Europa dall’inizio dell’anno considerando solo quelle che hanno battuto la via mediterranea. Contemporaneamente la Ue mantiene la missione di pattugliamento e di respingimento dei barconi, salvo l’obbligo del salvataggio in mare che anche le navi militari devono operare. Inoltre le procedure di espulsione vengono rinforzate tramite accordi con paesi retti da dittature o nei quali è ancora in corso un conflitto sanguinoso.

Il Consiglio europeo dimostra ancora una volta di essere del tutto prigioniero della logica dell’Europa come fortezza. Mentre il governo italiano cerca di venire a patti con le sempre più forti pulsioni xenofobe e razziste che attraversano il nostro paese, su cui le destre soffiano a pieni polmoni e che purtroppo si diffondono rapidamente anche a livello popolare. Non è un mistero per nessuno che gran parte della campagna elettorale per le regionali si sia giocata proprio sulla questione dell’accoglienza dei migranti. D’altra parte bisogna aver chiaro che questa dell’immigrazione è una questione che rappresenta una delle discriminati più evidenti tra la destra e la sinistra in ogni paese e in Europa.
*Vicepresidente Arci