«Particolare gratitudine esprimo a chi lavora per il Pd nella città di Roma. A Stefano Esposito, e a chi conduce una battaglia di legalità: quella battaglia la vinceremo anche grazie al supporto di giornaliste e giornalisti cui va la nostra vicinanza e solidarietà». Matteo Renzi ribadisce così, dalla direzione del Pd, la vicinanza già espressa un paio di giorni fa in una lettera inviata ai due commissari del partito, Matteo Orfini per Roma ed Esposito per Ostia, il senatore che è stato oggetto di pesanti insulti e minacce su Facebook insieme alla giornalista di Repubblica, Federica Angeli, sotto scorta per aver denunciato gli affari illeciti dei clan del litorale romano.

Parole che segnano la distanza tra il partito nazionale e quello locale, e allo stesso tempo incitano alla ripresa i democratici romani, in un momento molto delicato per la vita della Capitale e alla vigilia di un incontro importante previsto per oggi pomeriggio che vedrà riuniti in Campidoglio tutti i consiglieri comunali e municipali del Pd, il sindaco Ignazio Marino e i due commissari inviati da Renzi.

«Ci eravamo già riuniti tutti insieme con il sindaco in passato, ma alla presenza anche di Orfini sarà la prima volta – riferisce il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo -. Sarà una riunione incentrata sul “post-bilancio” per fare il punto della situazione amministrativa e proseguire con maggiore efficacia sui temi su cui abbiamo più puntato come Pd. Parleremo anche del Giubileo, ma non c’è un canovaccio già scritto, sarà una riunione molto aperta».

In realtà, sul tavolo la lista di grattacapi è difficilmente computabile: dalle deleghe dell’area metropolitana ancora da assegnare, al regolamento consiliare che ha bisogno di una revisione, in particolare per quanto riguarda il numero delle commissioni. Dal voto anticipato che si prospetta per il X Municipio dopo la bufera giudiziaria che ha travolto Ostia portando alla destituzione del minisindaco dem Andrea Tassone, fino al piano per le periferie in vista del Giubileo straordinario.

E poi c’è la nomina del nuovo prefetto che da domani dovrebbe sostituire il decaduto Giuseppe Pecoraro: tra i nomi più accreditati, l’attuale capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, perfetta figura bipartisan per un eventuale commissariamento della capitale durante l’anno santo (ipotesi certo non caldeggiata dal chirurgo dem), la cui nomina doveva essere formalizzata in Cdm già venerdì scorso.

Su tutto pende, minacciosa, la spada di Damocle dell’inchiesta «Mafia capitale» che, secondo voci incontrollabili quanto insistenti provenienti anche da ambienti giudiziari, potrebbe di nuovo abbattersi appena dopo Pasqua sull’intero corpo consiliare e amministrativo capitolino, in particolare su quello di Ostia. Ponendo grosse pregiudiziali – è questa la paura più che strisciante in casa democratica – sulla durata della legislatura.

Il Pd romano e laziale in questo clima non può che essere in subbuglio, malgrado la “buona notizia” arrivata giusto ieri dalla procura che smentirebbe l’iscrizione sul registro degli indagati – relativo all’inchiesta sugli appalti della Metro C – dell’assessore ai Trasporti Guido Improta. (Rimane invece indagato per turbativa d’asta l’ex capo di gabinetto del governatore Zingaretti, Maurizio Venafro). Un sospiro di sollievo per il sindaco Marino che però ieri ha dovuto fare i conti anche con l’annullamento da parte del Tar del Lazio della delibera di pedonalizzazione del Foro Traiano, dopo che nei giorni scorsi i dipendenti capitolini avevano bocciato con un referendum la pre-intesa firmata da Cgil, Cisl e Rsu sul salario accessorio.

Un’inquietudine che cresce in casa dem anche perché gli «attacchi mediatici» sempre più pressanti si arricchiscono di un nuovo scenario che tanto fantapolitico potrebbe non essere: la discesa in campo dell’imprenditore Alfio Marchini non solo e non tanto come candidato anti-Marino per il centrodestra riunificato (Ncd e Forza Italia) quando piuttosto come figura particolarmente adatta ad incarnare lo schema politico più caro a Renzi. Un candidato sindaco che a tempo debito, giocandosi la “carta degli onesti”, potrebbe mettersi a capo di un movimento civico per consolidare a Roma, prima che nelle altre città italiane, la santa alleanza Ncd-Pd.