iPreparatevi. Perché questo «trionfo per gli occhi, uno degli ultimi kolossal del nostro cinema», come definisce Carlo Verdone la sua Cenerentola rossiniana, versione cinematografica di due ore, distribuita da Microcinema, tratta dalla complessa opera che venne ripresa e trasmessa in diretta da Torino su Rai Uno in due parti il 3 e il 4 giugno del 2012, lo vedremo al cinema per un solo giorno, il 23 dicembre prossimo su 200 schermi.

Che sia un kolossal lo spiegano bene le forze messe a disposizione di Verdone per le riprese di due anni fa. Un impianto tecnico di 40 telecamere, delle quali 10 steadycam, sotto il controllo del suo direttore della fotografia storico, Ennio Guarnieri, 320 piste per il missaggio, con i cantanti che avevano tre microfoni ognuno sotto la direzione musicale di Gianfranco Gelmetti, chiuso con l’Orchestra Sinfonica della Rai a via Verdi mentre la troupe, con cantanti, tecnici, comparse, regista si muovevano per i luoghi storici della città mettendo in scena dal vivo la storia della Cenerentola di Perrault musicata da Gioachino Rossini. Un delirio, insomma. «È stata un’impresa eroica», ci dice oggi Carlo Verdone presentando la versione cinematografica dell’opera, «perché quando l’opera venne fatta in diretta in mondovisione era il frutto di un lavoro che per me era durato tre mesi, ma per il produttore Andrea Andermann andava avanti da qualcosa come cinque anni. È stata girata dal vivo, come fosse stato un film, non in un canonico teatro, ma al Castello di Stupinigi, la riserva di caccia dei Savoia, al Parco della Mandria, a Palazzo Reale, utilizzando i troni dei Savoia». Un percorso complesso per un regista di cinema pur di ormai lunga professionalità come Carlo Verdone, che aveva diretto un’opera, ma teatralmente, nel 1992, non a caso Il Barbiere di Siviglia, un altro Rossini. «Qui era una cosa molto più complessa. Si doveva essere precisissimi. Ci si muoveva da un ambiente all’altro durante gli intervalli della pubblicità. E non si poteva sgarrare di un secondo. 

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Il direttore, Gelmetti, vedeva i cantanti sullo schermo della nostra regia, ma i cantanti sentivano la musica, ma non potevano vedere lui, che stava chiusi nello studio della Rai. Ma il vero problema era non fare scontrare tra di loro i tanti cameramen che avevo. Io stavo chiuso in una stanza di ognuno dei tre ambienti dell’opera a dirigere le telecamere». Il film, ovviamente, è molto diverso da quello che abbiamo visto in tv due anni fa. «È stato rimontato in maniera decisamente più cinematografica», ci spiega ancora Verdone, «con campi e controcampi, piano d’ascolto, dolly, tutte cose che avevamo girato allora proprio per questa versione definitiva ma che non avevamo potuto utilizzare nella diretta. Inoltre c’è una forte presenza dell’animazione, curata da Annalisa Corsi e Maurizio Forestieri, fiabesca sì, ma anche molto psichedelica. Abbiamo pensato a un pubblico composto non solo da melomani, ma più ampio e popolare. Così ci sono anche i sottotitoli per renderlo più accessibile a tutti.» Dopo il 23 dicembre il film uscirà in dvd e blueray corredato da un libro con le illustrazioni di Annalisa Corsi.